Sanificazione e distanziamento imporranno un calo fino al 60% della capacità ricettiva degli stabilimenti balneari, che vedranno una decimazione delle presenze straniere trainanti per il lusso. Ma l’offerta non si abbassa, perché si guarda al futuro
di Giulia Sciola
L’estate dei lidi si apre all’insegna dell’adattamento dell’attività alle nuove norme igienico sanitarie che tentano di arginare la diffusione del Covid-19. Impossibile, concordano i player intervistati da Pambianco Magazine Wine & Food, tracciare stime sull’andamento dei prossimi mesi e su una stagione accorciata, che non ingranerà prima di metà luglio e dovrà fare a meno dei turisti stranieri. A emergere, però, è la volontà delle più note realtà italiane di confermare la qualità delle proposte di hospitality e di ristorazione. Una strategia di coerenza che guarda al futuro, a una normalizzazione stimata per il 2021. “È difficile fare previsioni – ha raccontato Antonio Capacchione, presidente Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio – ma da più parti si concorda che per tornare alla normalità sarà necessario attendere molti mesi e, soprattutto, che il vaccino sia pronto e disponibile. In particolare, la crisi sanitaria ed economica ha condizionato pesantemente il settore turismo. Nel 2020 in Italia assisteremo prevalentemente a un fenomeno domestico, vacanze al mare o in montagna sfruttando le seconde case e, magari, andando a riscoprire l’offerta tipica dei servizi degli stabilimenti balneari, sempre più con l’obiettivo della soddisfazione del cliente”. Nel 2019 gli arrivi di stranieri in Italia per turismo sono stati 63 milioni (dati Enit). Lo scorso anno è stato positivo rispetto al 2018 con un aumento del 2,3% dei viaggiatori stranieri, del 4,8% delle presenze, del 6,6% della spesa. “Il 2020 – ha evidenziato Capacchione – è iniziato nel peggiore dei modi a causa della pandemia. I conti si faranno a fine stagione, ma sappiamo fin d’ora che non saranno entusiasmanti”. Secondo le linee guida predisposte da Governo, Regioni e Inail, le strutture ricettive dovranno far rispettare sempre il distanziamento sociale. Quanto alle spiagge, la maggior parte delle disposizioni del protocollo Inail sono uniche per tutto il territorio italiano: 10 metri quadrati per ombrellone e almeno 1,5 metri di distanza tra un lettino e un altro. La gran parte dei lidi italiani avrà una riduzione delle postazioni, in alcuni casi anche del 60 percento.
TURISMO DI CORTO RAGGIO
“Questa stagione estiva purtroppo dovremo fare a meno del turismo di lungo raggio, mentre prevediamo un mantenimento della domanda dai Paesi limitrofi che arriveranno con auto propria”, ha spiegato Michelangelo Benetton, direttore generale di Portopiccolo Hospitality, realtà di lusso immersa nella Riserva Naturale delle Falesie di Duino, in provincia di Trieste. “In Italia il mondo dell’ospitalità di lusso rappresenta un’eccellenza, la forza del nostro brand Falisia Luxury Collection Resort&SPA, garantito da una solida e importante realtà come Marriott International, capace di assicurare adeguati brand standard e tools in termini di booking, sales, marketing, protocolli di sicurezza di livello internazionale che danno ampie garanzie alla clientela desiderosa di tornare a viaggiare”. A presentare le maggiori criticità, continua il manager, sono le aree dedicate al food & beverage, dove diventa fondamentale offrire esperienze che non sembrino privazioni, ma che accompagnino l’ospite nell’abituarsi ad uno stile di vita diverso. “Per noi il distanziamento non è sociale, ma è solamente fisico e nel rispetto di tale concetto ci adegueremo”, ha precisato Benetton. “L’impegno di continuare a lavorare con il territorio rimane di fondamentale importanza e già negli scorsi anni è stato intrapreso un percorso di esperienze legate al territorio all’interno dei vari ristoranti di Portopiccolo. Oggi questo segmento riceve una tutela maggiore, la provenienza e certificazione dei nostri prodotti è garantita, cosi come lo è la somministrazione”.
LE LIMITAZIONI
Secondo le regole stabilite dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità per la riapertura di bar, ristoranti e spiagge, il layout dei locali di ristorazione deve essere rivisto garantendo distanze in grado di evitare la trasmissione di droplets per contatto tra persone, anche inclusa la trasmissione indiretta tramite stoviglie e posaterie. Va definito un limite massimo di capienza predeterminato e, a tale scopo, la turnazione nel servizio con prenotazione preferibilmente diventa uno strumento necessario. Vengono eliminate le modalità di servizio a buffet. Quanto agli stabilimenti balneari, l’entrata sarà su prenotazione, con ombrelloni distanziati, piscine chiuse e igienizzazione dei lettini ad ogni nuovo utente. “L’obiettivo di chi lavora nel campo dell’accoglienza – ha raccontato Fabio Giannotti, beach club director di Alpemare a Forte dei Marmi, di proprietà della famiglia Bocelli – deve essere sempre quello di rendere unica e speciale l’esperienza che propone. Nel caso degli stabilimenti balneari, si deve far trascorrere il tempo sulla spiaggia in assoluto relax, sentendosi al sicuro insieme ai propri cari”. La ristorazione di Alpemare è stata concepita come una vera e propria esperienza, un accogliere l’ospite con gusti e sapori della tradizione italiana e con la ‘regia’ dello chef Mirko Caldino. Le attuali linee guida pongono una limitazione importante nelle distanze da tenere durante la somministrazione, motivo per il quale Alpemare ha pensato di ampliare le aree dedicate ai tavoli del ristorante creando addirittura spazi nuovi, intimamente connessi alla struttura esistente, grazie ai quali poter svolgere l’attività nel rispetto delle norme. “Siamo anche pronti – ha concluso Giannotti – a potenziare in maniera importante il servizio sulla spiaggia per permettere a tutti gli ospiti di poter gustare i nostri piatti direttamente sotto la propria tenda nel massimo del confort”. Sempre a Forte dei Marmi, farà del suo meglio per garantire sicurezza a ospiti e collaboratori anche Bagno Piero, nato nel 1933 e tra i primissimi a prendere in concessione demaniale un tratto di spiaggia per gestire ed offrire al pubblico uno spazio allora ancora di esclusivo utilizzo dei privilegiati ospiti delle poche ed importanti famiglie e ville che sia affacciavano sul litorale della Versilia. “Il turismo straniero – fa sapere il titolare Roberto Santini – incideva per il 10% nell’ambito spiaggia/balneazione, mentre era molto più pesante sulla ristorazione arrivando al 35/40 per cento. Dovremmo reinventarci qualcosa per essere più appetibili per il turismo italiano. Trovare nuove soluzioni sia logistiche che di menu. È sicuramente una sfida importante, ma ci stiamo attrezzando; sarà un’estate diversa, in ogni caso la convivenza col virus ci farà cambiare comportamenti e attenzioni”.
ADATTARSI SENZA SNATURARE
È prevista tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, invece, l’apertura di Phi Beach, a Baja Sardinia in Costa Smeralda, che lo scorso anno ha superato le 240mila presenze. Phi Beach è un open air club con ristorante (curato dallo chef Giancarlo Morelli), beach lounge, bar e discoteca. Qui, nei mesi di giugno e luglio la clientela è per l’80% straniera (la percentuale è relativa all’insieme dei servizi di Phi Beach, mentre supera il 90% se si considera la sola ristorazione). “Quest’anno – ha raccontato Luciano Guidi, ceo di Medex e proprietario di Phi Beach – il turismo straniero rischia di mancare quasi totalmente, salvo accordi internazionali vantaggiosi. Per accedere a tutte le aree abbiamo già attivato percorsi di sicurezza e sanificazione. In ogni caso, il Phi Beach conferma il livello della sua proposta, potenziando l’offerta del daytime per sopperire allo stop imposto alla discoteca”. Verranno, ad esempio, inserire nuove aree grill a ridosso della spiaggia. “Il ristorante guidato dallo chef Morelli – ha precisato il restaurant director Matteo Pavlic – non verrà stravolto né nel design né nella proposta culinaria. È fondamentale restare coerenti perché l’attività deve guardare ai prossimi anni”.