Prende forma l’idea di un ‘passaporto Covid’. Ne ha parlato il CEO della compagnia aerea australiana Qantas, Alan Joyce, nel corso di un programma televisivo di Channel Nine in Australia. “Stiamo cercando di cambiare i termini e le condizioni della nostra compagnia – ha detto Joyce – per proporre a livello internazionale che le persone si facciano vaccinare prima di salire sull’aereo”.
L’idea è ancora un ‘work in progress’ e suscita molti interrogativi, come riporta Condé Nast Traveller. Innanzitutto, non si sa ancora quando il vaccino diventerà realmente disponibile per tutti. Inoltre, a livello normativo si sollevano molte domande, ad esempio se la regola sarà valida anche per i viaggiatori che provengono da Paesi in cui il vaccino non è obbligatorio, oppure come si potrà fare se nel Paese di partenza il vaccino non è disponibile, o ancora se ci saranno esenzioni per motivi medici.
Il problema è molto complesso, anche perché si punta ad avere la riconoscibilità della vaccinazione in versione elettronica, cioè una sorta di passaporto che la certifichi. La testata americana si chiede quando sarà possibile realizzare una soluzione del genere, e ipotizza che non sarà disponibile prima della metà del prossimo anno. Del resto, Qatar ha sospeso i voli internazionali fino a marzo 2021, e, negli Stati Uniti, fino a dicembre 2021. Sembra che anche la Iata (International Air Transport Association) stia lavorando a un passaporto Covid, con una tecnologia in fase di sviluppo che dovrebbe essere lanciata nel primo trimestre del 2021.
Sempre riguardo a Qantas, Ttg Italia riporta che la compagnia aerea si appresta a tagliare 2.000 posti di lavoro, e nello specifico personale di terra, addetti ai bagagli e addetti alle pulizie di aeromobili in 10 aeroporti. Un’operazione che fa parte di un più ampio piano di ristrutturazione con cui la compagnia aerea intende risparmiare fino a 100 milioni di dollari all’anno.