Negli ultimi anni, l’allure della Costa Smeralda non è stato più quello di un tempo: meno riflettori, meno glamour e, soprattutto, meno investimenti. Il mito di quest’area costiera della Sardegna, ‘inventata’ dal principe ismailita Karim Aga Khan, che ha ha investito dal 1961 ingenti somme in progetti di sviluppo immobiliare e turistico, continua a godere di un percepito lussuoso, ma il ‘mattone’ si è un po’ fermato. Soprattutto per quanto riguarda l’hotellerie di alta gamma, sono anni che non si assiste ad aperture di resort e complessi alberghieri.
Qualcosa adesso sta cambiando, e si rincorrono con sempre più frequenza i rumors sull’appetito dei brand internazionali su questo tratto costiero nel nord-est della Sardegna. Di certo, si sa che nel 2022 è previsto l’opening di Rosewood Hotels & Resorts a Porto Cervo, e si tratta del secondo hotel del gruppo cinese in Italia, dopo quello di Castiglion del Bosco, in Toscana. Sempre nel 2022, nascerà anche Delano, brand del gruppo Accor e che fa capo a Sbe Entertainment Group, che lancerà a Porto Cervo un resort di lusso.
Comincia a scricchiolare, quindi, il quasi esclusivo monopolio dell’ospitalità di lusso dei Marriott, catena che domina incontrastata sulla Costa Smeralda con il suo poker d’assi nelle proprietà di Smeralda Holding (controllata dal fondo sovrano del Qatar),: quattro infatti i 5 stelle gestiti dalla catena americana, ovvero l’Hotel Cala di Volpe, il Cervo Hotel, l’Hotel Romazzino e l’Hotel Pitrizza.
Intanto, Smeralda Holding, all’interno di un piano di sviluppo quinquennale, ha stretto una partnership con il brand della ristorazione di lusso del Gruppo Giraudi, Beefbar, e amplia così l’offerta del suo hotel più prestigioso, Cala della Volpe.