Il Gruppo Alpitour ha in atto un processo di riorganizzazione, in seguito alla difficile situazione che sta vivendo il turismo organizzato, a cui si aggiunge ormai il crollo delle aspettative sui viaggi a Natale, e di conseguenza un inverno a bassissimo traffico. Gabriele Burgio, presidente e AD di del Gruppo Alpitour, racconta le strategie aziendali a Il Sole 24 Ore, sottolineando che nel 2019 il gruppo ha chiuso il bilancio record della sua storia, con quasi 2 miliardi di euro di fatturato e un ebit passato da 11,4 milioni nel 2012 a 70,5 milioni di euro nel 2019. Previsioni 2020: ricavi a -60 per cento.
“Certamente non potremo affrontare il 2021 – spiega Burgio – con la struttura che avevamo nel 2019. Stiamo lavorando a una riorganizzazione improntata alla semplificazione e alla tecnologia. Quest’anno, nonostante la flessione forte del fatturato, abbiamo raddoppiato gli investimenti in tecnologia, passando dai 6 milioni di euro del 2019 ai 12 milioni di adesso. Nel 2021 quindi ci presenteremo con meno brand, con una struttura più semplice e diretta”. Una riorganizzazione che probabilmente è anche conseguenza della recente acquisizione di due società, Eden Viaggi e Press & Swan, che impone l’ottimizzazione e l’integrazione della compagine societaria.
Alla guida di un gruppo composto da 5 divisioni (tour operating, incoming, compagnia aera, hotel, agenzie di viaggio) e con più di 4.000 dipendenti, Burgio si augura “che il mercato possa ripartire e che si realizzi la ripresa a ‘V’ che molti analisti indicano. Purtroppo anche quest’estate gli hotel hanno avuto un’occupazione del 70%-80% delle camere, e l’outgoing, che di solito vale 3-3,5 miliardi di euro, è stato invece molto basso. Una situazione drammatica – conclude – perché il turismo rappresenta il 13,1% del Pil per un valore di 232 miliardi, e offre lavoro a 3,5 milioni di persone , ovvero il 15% della forza lavoro totale”.