Con il nuovo anno dovrebbero arrivare nuovi aiuti. L’ha affermato Giuseppe Conte nel corso della trasmissione televisiva Porta a Porta dello scorso 23 dicembre: “Siamo consapevoli delle grandi difficoltà in cui versano le imprese turistiche – ha detto il premier – e a gennaio interverremo con nuovi aiuti. Abbiamo già programmato un fondo perequativo, perché dovremo comporre in unità tutte le varie misure adottate, analizzare le singole categorie e intervenire a livello perequativo e di maggiore sostegno per chi ha avuto poco”.
L’affermazione del presidente del Consiglio è arrivata in risposta alla domanda incalzante del direttore de La Stampa Massimo Giannini che faceva riferimento alle pagine pubblicitarie (pagate) da molti albergatori sui quotidiani nazionali per fare un appello al Governo di sostegno concreto verso la categoria.
Intanto, Bernabò Bocca ha dichiarato un “ancora non ci siamo” rispetto al Recovery Plan, che dedica al turismo 3 miliardi di euro su 197, tra l’altro da condividere con il settore cultura. “Nei salotti e nei talk show – ha detto il presidente di Federalberghi – si racconta la storiella del turismo settore strategico, ma quando è il momento di passare ai fatti, la storiella diventa barzelletta. Se, come afferma il piano, si intende realmente incrementare il livello di attrattività del sistema turistico, non si può pensare di farlo senza coinvolgere le imprese. La strada da seguire è chiara: sostenere la riqualificazione delle strutture turistico ricettive, in coerenza con gli obiettivi di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità su cui si fonda il piano”.
È di circa 11 miliardi di euro il valore delle misure varate dal Mibact per contrastare gli effetti della pandemia nei settori del turismo e della cultura, nel quadro della legge di Bilancio per il 2021. E a questo riguardo, Bocca ha sottolineato: “Undici miliardi di euro è una cifra altisonante, ma purtroppo la realtà con cui ci misuriamo è fatta di ristori di importo irrisorio, di poche migliaia di euro per impresa. Ci sono imprese che sono chiuse da dieci mesi ed hanno ricevuto un contributo a fondo perduto pari ad una piccola parte del fatturato dello scorso aprile. Il decreto Natale è stato a dir poco strabico – ha aggiunto – ed ha dimenticato totalmente le strutture ricettive e gli stabilimenti termali, che non possono nemmeno contare sul piccolo sollievo che può venire dalla vendita con asporto o dalla consegna a domicilio. Abbiamo apprezzato l’esonero Imu previsto dalla legge di bilancio, che speriamo che nessuno avesse mai seriamente pensato di riscuotere, ma non sappiamo dove reperire le risorse necessarie per pagare la Tari”.