La mancanza di innovazione è il gap principale tra l’hotellerie italiana, frammentata in oltre 30mila strutture, e quella di altri Paesi dove il mercato dell’accoglienza è concentrato nelle mani di grandi big che investono ampie risorse in ricerca e sviluppo. Lo sostiene Mauro Santinato, presidente di Teamwork Hospitality, società di consulenza per l’industria dell’ospitalità: “L’offerta alberghiera italiana è sostanzialmente ‘ferma’, non innova, e questa criticità è legata a diversi fattori, non ultimo la frammentazione del nostro mercato. Se pensiamo ai nostri ‘vicini di casa’, la Francia è capitanata da un grande gruppo, Accor, che si sta muovendo a livello internazionale con grandi investimenti e con una forte spinta del dipartimento R&D”.
L’atomizzazione del mercato alberghiero italiano ha portato anche alla chiusura di tante piccole realtà che non hanno potuto fronteggiare le crisi economiche che si sono succedute negli anni, ancor prima dell’emergenza pandemica attuale. “Il modello che gli hotel hanno portato avanti – racconta Santinato – è stato sempre lo stesso, e cioè quello basato sulla quantità delle presenze: il boom del settore è stato nel dopoguerra, negli anni ’60, quando la domanda era legata a un’indistinta sete di vacanze, e quindi più gente entrava negli alberghi più gli imprenditori guadagnavano. Poi il mercato si è globalizzato, sono subentrate altre destinazioni appetibili nel mondo, e negli anni ’90 è iniziata la crisi. L’industria dell’ospitalità a Rimini, ad esempio, non si è evoluta e ha frenato: all’inizio degli anni ’80 il capoluogo dell’Emilia-Romagna aveva 1.750 alberghi e oggi ne conta meno di 900. Del resto – aggiunge – in Italia c’è anche un problema di professionalità, manca una scuola di hotel management, e quindi l’innovazione procede semplicemente per emulazione”.
La visione di Santinato, in risposta a questa staticità, è stata quella di ‘fare rete’. Il presidente della società di consulenza riminese ha infatti creato ‘club di prodotto’, cioè ha fondato reti di imprese in segmenti nascenti ma che ancora rimanevano inesplorati nella Penisola: “Nel 1998 non esisteva una rete di alberghi specializzata nel segmento family – sottolinea Santinato – e infatti noi abbiamo creato Italy Family Hotels, consorzio che oggi conta 117 strutture. Con lo stesso sguardo pionieristico, abbiamo lanciato Italy Bike Hotels, Italy Spa Hotels, All Inclusive Hotels, e altri consorzi, che sono tutte realtà peculiari e uniche nella Penisola”.
Un altro modo per mettere in moto la ‘macchina’ dell’innovazione è stata la recentissima creazione di un hotel ‘demo’, cioè una sorta di dimostrazione che cambiare si può. Teamwork Hospitality infatti ha creato il suo primo albergo, Demo Hotel, che ha aperto i battenti a Rimini la scorsa estate e che presenta un nuovo concept, qualcosa che sta a metà tra un hotel e uno showroom, con un’impronta fortemente creativa e artistica. “Non esiste in Italia un esempio del genere – illustra Santinato – dove ogni ambiente ha una personalità differente perché è stato pensato e creato da menti diverse. Ho dato infatti ‘carta bianca’ a 14 studi di architettura, ognuno dei quali ha realizzato uno spazio dell’hotel, tra suite, parti comuni, restroom, coworking, facciata esterna”.
La coordinatrice del progetto, l’architetto Laura Verdi, ha sottolineato nel corso della presentazione di Demo Hotel alcune caratteristiche che hanno accomunato le scelte dei progettisti: “Una tendenza nuova è quella del bagno che ‘esplode’ nella camera da letto, cioè che si introduce nell’ambiente del ‘riposo’ con una parete finestrata o realizzata in diagonale oppure con accessori che escono dal bagno e conquistano una posizione tra letti e divani. Un’altra peculiarità di questo hotel è la presenza di una tecnologia soft, che non si vede, nonché di elementi di termoarredo molto singolari. Ogni architetto ha coinvolto diverse aziende di design, a suo piacimento, e in tutto contiamo un centinaio di fornitori”.
Gli studi coinvolti nel progetto sono CaberlonCaroppi Italian Touch Architects, Light & Space Chiara Tabellini, Laura Verdi, Ovre.design di Giulia Delpiano e Corrado Conti, Silvia Ticchi, Fda Architetti, Galimberti Studio, Hub48, Fragment Architettura, Contract Lab, Rizoma Architetture, Studio Barbara Vannucchi, Studio Bizzarro.