Il grande cambiamento generato dalla pandemia è la consapevolezza di poter lavorare da remoto in diverse parti del mondo che non siano l’ufficio o la propria abitazione. A questo proposito, Bloomberg riporta una ricerca di Savills che ha elaborato il ranking delle prime 15 aree residenziali nel mondo più appetibili per i top manager. Ne è risultato che Lisbona è la prescelta per gli executive. Le ragioni sono legate al clima mite e soleggiato, al basso costo della vita e a una buona (anche se non ottima) velocità di connessione.
Al secondo posto della top 15 appare Miami, seguita da Dubai. L’Italia invece fa capolino solo in 14esima posizione con (espresso in modo generico) la Toscana. La destinazione italiana riporta valori bassi riguardo alla velocità della rete e alla connettività, nonché rispetto al clima, mentre mantiene un buon livello per quanto riguarda la qualità della vita.
La ricerca di Savills spiega che Lisbona offre il vantaggio di essere una città e di essere all’interno dell’Unione Europea. Questa preferenza ha portato molti immobiliaristi a investire nella capitale portoghese perché gli stranieri sono disposti a spendere più del doppio per un appartamento rispetto agli acquirenti locali, secondo quanto rileva Portugal’s National Statistics Institute.
I buyer internazionali hanno speso un prezzo medio di 4.283 euro a metro quadrato per l’acquisto di una proprietà a Lisbona negli ultimi tre mesi del 2021, in confronto con 1.858 euro a metro quadrato messi sul piatto dai portoghesi nello stesso periodo. Chiaramente questa domanda ha portato a un aumento dei prezzi real estate della città, che sono saliti dell’11,4%, obbligando, riporta sempre Bloomberg, alcuni acquirenti domestici a cercare casa altrove.
I nomadi digitali stanno cercando anche nel sud del Portogallo, nell’Algarve (in quarta posizione nel ranking), che è già popolare tra i turisti ma che ora sta diventando appetibile per gli executives grazie alla facilità di collegamenti che questa regione permette con il resto dell’Europa (e grazie anche al clima e alle spiagge). In questa area ‘leisure’, i manager comprano proprietà da utilizzare tutto l’anno. L’esito è che quelle che un tempo erano case esclusivamente per le vacanze, adesso acquisiscono un valore per il lavoro e infatti si cercano appartamenti che abbiano spazi da adibire a ufficio e internet ad alta velocità, richieste che prima non erano all’ordine del giorno. Sta prendendo piede, insomma, il fenomeno della workation, crasi delle due parole working e vacation.
Miami, che è nella seconda posizione della classifica, è entrata nel podio delle città più richieste dagli smartworkers grazie agli incentivi fiscali, ai bassi tassi di interesse e alle politiche favorevoli al lavoro a distanza attuate dalla città della Florida. Nessuna città asiatica, invece, rientra nella classifica delle top 15 aree più richieste come ‘hotspot ibridi’.