La transizione ecologica del settore aviation è tracciata grazie all’impegno di compagnie e costruttori di velivoli, ma oggi serve la spinta delle istituzioni per completare la svolta verso l’uso esclusivo di biocarburanti.
Riduzione dei costi, transizione ecologica, ripercussioni della crisi in Ucraina sugli approvvigionamenti: sono tanti i motivi che spingono sull’acceleratore dei biocarburanti nel settore aereo. Anche se, è giusto dirlo subito, il mondo aviation ha intrapreso la strada green già da diverso tempo e non solo adesso per le ragioni appena elencate. A contare è già stata, come sempre quando si parla di rapporti commerciali, la volontà del consumatore, in questo caso dei passeggeri, verso una svolta sostenibile nel trasporto aereo. Un sondaggio rilasciato da poche settimane da Assaeroporti – realizzato dall’Istituto Demopolis – conferma questa visione degli italiani: circa il 90% infatti considera il trasporto aereo non abbastanza amico dell’ambiente. Nella classifica dei trasporti visti come ‘più puliti’, l’aereo occupa il terzo posto, collocandosi dopo il trasporto marittimo. In realtà si tratta di una classifica di opinione, perché i dati reali dell’European Environment Agency spiegano che il settore aereo contribuisce al cambiamento climatico solo per il 13,2% del totale, meno anche di quello navale, che incide per il 14,1%. Insomma, il mondo dell’aviation sta da tempo lavorando in direzione della sostenibilità e molte compagnie aeree si sono già attrezzate, ad esempio, per favorire la decarbonizzazione del comparto. Secondo una ricerca condotta lo scorso anno da Boston Consulting Group, i vettori nel mondo hanno ridotto il consumo di carburante del 2,3% all’anno nell’ultimo decennio, anche se occorre accelerare ulteriormente per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050. Tra gli esempi virtuosi c’è quello di Etihad Airways, i cui voli già dal 2019 sono alimentati da una miscela comprendente un Bio Fuel che deriva da una particolare pianta Salicornia che cresce nel deserto di Abu Dhabi. E altre simili miscele ‘naturali’ sono utilizzate anche dalle compagnie statunitensi United Airlines, Virgin Atlantic e Alaska Airlines. Arrivando in Europa, la compagnia spagnola Vueling ha da pochi mesi effettuato il suo primo volo con carburante totalmente green sulla tratta Barcellona-Siviglia. Per percorrere i 900 km che dividono le due città è stato utilizzato un Airbus A320neo di nuova generazione alimentato con il Saf (acronimo di sustainable aviation fuels).
Il ruolo dell’industria
Un report del World Economic Forum di quest’anno evidenzia le potenzialità dei Saf per ridurre le emissioni di Co2 dell’80% rispetto ai combustibili fossili tradizionali. Tanto che più di 50 compagnie aeree mondiali si sono unite di recente alla First Movers Coalition (partnership pubblico-privato promossa dallo stesso Wef per decarbonizzare i settori industriali più inquinanti), con l’impegno di sostituire almeno il 5% del carburante utilizzato per i loro aerei con il Saf. Attualmente il suo utilizzo nell’aviazione è legato alla miscelazione con il carburante tradizionale, ma l’idea è di arrivare a utilizzarlo in via esclusiva. Airbus, i cui aerei sono attualmente certificati per volare con una miscela solo fino al 50% di Saf con aggiunta di cherosene, a fine marzo 2022 ha sperimentato un volo alimentato esclusivamente con Saf. Il primo Airbus 380 alimentato al 100% da Saf ha infatti preso quota dall’aeroporto di Tolosa, in Francia, e ha viaggiato per circa tre ore sfruttando la potenza del suo motore Rolls-Royce Trent 900 ‘full green’. Questo A380 è il terzo modello di aereo messo a punto dall’azienda con queste caratteristiche sostenibili ma soprattutto è quello definito come ‘ZeroE Demonstrator’, ovvero il banco di prova volante per le tecnologie future e strumentale all’obiettivo di portare sul mercato entro il 2035 il primo aereo a zero emissioni del mondo. A dar man forte a vettori e costruttori sono arrivati anche altri stakeholders del settore: a fine 2021, con lo scopo di definire una road map per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità del trasporto aereo, è nato il ‘patto’ per la decarbonizzazione del trasporto aereo. Promosso da Aeroporti di Roma, con il supporto scientifico del Politecnico di Milano, è un’intesa programmatica che nasce per dare una svolta radicale al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità nel settore aviation. “L’idea – spiega l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone – deriva dalla volontà di fare sinergia tra tutti gli attori della sfera produttiva degli aeroporti, ma anche tra quelli che possono concorrere alla transizione ambientale, per definire un piano di azioni concreto e gestire le aspettative in un percorso che si prospetta complesso e difficile. Si tratta di definire quali sono le ricette attuabili per ottenere la transizione completa del settore aereo e quali saranno le condizioni a contorno, come le policy industriali di supporto alla riuscita di questa transizione ecologica. Il ‘patto’ è aperto a tutti gli attori del comparto e a luglio sarà presentata una prima sintesi dei lavori svolti”. L’impegno del settore per raggiungere livelli sempre più elevati di sostenibilità e per ridurre le proprie emissioni è sostenutoi anche dal ministro per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini: “Anche se il trasporto aereo produce circa il 2% delle emissioni globali di Co2, l’impegno per ridurle è costante. È importante che tutti gli aeroporti italiani siano indirizzati verso questo obiettivo, al punto che le buone pratiche possono essere estese all’interno delle rinegoziazioni delle concessioni, dunque dei piani economici finanziari del nuovo piano generale degli aeroporti che il governo sta predisponendo insieme a Enac”. Quello che è certo infatti è che servono investimenti pubblici dei governi oltre a quelli delle compagnie aeree, per le quali il fattore prezzo rappresenta al momento il principale ostacolo all’utilizzo più massiccio dei Saf. Un altro elemento di difficoltà, comunque collegato al primo, è determinato dagli scarsi livelli di produzione annua di Saf. Secondo l’Icao (Organizzazione internazionale dell’aviazione civile), nel 2021 sono stati prodotti circa 5 milioni di tonnellate di Saf a fronte di un fabbisogno globale annuo che supera i 140 milioni di tonnellate. Simili dati pongono l’attenzione sulla necessità di investimenti significativi da parte di tutti i Paesi che maggiormente sfruttano l’industria aerea per la creazione, tramite incentivi e sussidi pubblici, di raffinerie specializzate nella produzione di Saf.