Voli cancellati o in estremo ritardo, compagnie aeree senza forza lavoro e turisti “senza vacanza”. Questo è lo scenario che si presenta ultimamente negli aeroporti italiani, e le conseguenze ricadono anche sulla vita stessa dei vettori. È il caso della Scandinavian Airlines (Sas), ricorsa alla procedura d’insolvenza Chapter 11 negli Stati Uniti per evitare di presentare istanza di fallimento, il giorno dopo che i suoi piloti hanno scioperato.
Stando a quanto riporta il sito FlightAware, martedì sono stati 236 i voli cancellati, pari al 78% delle partenze previste, che hanno creato numerosi disagi negli aeroporti di Svezia, Danimarca e Norvegia, bloccando il network aereo della regione nordica. “La situazione della Scandinavian Airlines è stata gravata da una struttura dei costi non competitiva, oltre che dai costi del personale, del debito elevato e degli scioperi” ha riportato il presidente Carsten Dilling in una conference call la scorsa settimana.
La mossa legale arriva nel momento in cui il vettore scandinavo è in trattativa con i suoi creditori per convertire 20 miliardi di corone svedesi (1.8 miliardi di euro) di debito in essere e di obbligazioni ibride in azioni, cercando di raccogliere ulteriore capitale per circa 1 miliardo di dollari, riporta Bloomberg.
Nonostante il tentativo da parte del vettore scandinavo di ottenere il sostegno dei suoi maggiori azionisti, ad appoggiarlo è rimasto soltanto il governo della Danimarca, che ha confermato di essere disponibile ad aumentare la propria partecipazione. Non investirà di nuovo invece il governo svedese, che ha solo accettato la conversione del debito in azioni, mentre la Norvegia afferma di non partecipare ad alcuna vendita di azioni.
La compagnia aerea scandinava e alcune sue controllate hanno presentato istanza volontaria presso il Tribunale fallimentare degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York, dichiarando di prevedere il completamento del processo sotto la supervisione del tribunale entro nove o dodici mesi.
La causa scatenante dello sciopero che ha portato la compagnia aerea a ricorrere a Chapter 11, risiede nel tentativo di negoziazione andato avanti per otto mesi tra il sindacato e Sas. Infatti, secondo quanto riportato dalla Borsa Italiana, più di 900 piloti del vettore scandinavo di base in Svezia, Norvegia e Danimarca, avevano presentato il ‘preavviso di sciopero’ il 9 giugno, poichè la direzione della compagnia aveva chiesto un taglio del 30% dei salari. Negoziazione che non ha trovato nessun accordo, portando alla protesta dei piloti.