Arriva una novità assoluta nel mondo dello smart working fuori casa. Si tratta di una piattaforma di prenotazione di spazi adibiti a work office per tutti coloro che hanno la necessità di ‘noleggiare’ per qualche ora, o per periodi più lunghi, degli ambienti attrezzati e tranquilli dove svolgere le mansioni professionali, in diverse località in Italia così come in altri Paesi. L’idea è venuta ad Accor, che metterà, tra gli spazi da prenotare all’interno della piattaforma, i suoi 5.200 alberghi nel mondo, opportunatamente adibiti a smart office, ma anche appartamenti, uffici di aziende o altre realtà, ristoranti, bar, musei, tutte location che possono ‘costruire’ uno spazio ad hoc per colui che desidera lavorare.
Il marketplace di flex office (flexible office) è in via di implementazione e il colosso francese dell’hotellerie non ha ancora comunicato quando debutterà. Ha anticipato il progetto a Pambianco Hotellerie Luigi Lima, vice presidente operations franchise eco & midscale Accor Italy: “Da alcune ricerche risulta che 6 miliardi e mezzo di persone, su un totale di 8 miliardi di abitanti nel mondo, non hanno bisogno di un albergo, per diversi motivi. Si tratta di un grande bacino potenziale da ‘catturare’, e il nostro progetto flex office si rivolge anche a queste persone, disabituate ad entrare in un hotel. A differenza del co-working, con questa piattaforma offriamo la possibilità di lavorare ovunque, in qualsiasi luogo, e nel frattempo offriamo un’esperienza in più: la possibilità di visitare il museo, per chi prenota uno spazio in questa sede, o di pranzare in un ristorante, per chi sceglie questa opzione, o di godere dei servizi dell’hotel”.
Il manager osserva che si tratta di un business nuovo per Accor, attivo 300 giorni l’anno, e che consente agli alberghi un’occupazione aggiuntiva, rivolta non solo al turismo business ma anche a quello locale, perché sta aumentando la necessità per gli smart workers di effettuare il lavoro agile fuori casa, dato che spesso gli ambienti domestici non hanno gli spazi adeguati. “I soggiorni per i viaggi d’affari – aggiunge Lima – si ridurranno del 15%-20% nel 2021 e nel 2022, dato che il lavoro da remoto rimarrà parzialmente anche in fase post-Covid. Questa piattaforma, dunque, offre una possibilità per recuperare in parte le perdite, con un nuovo business”.