Immerso tra le sinuose colline toscane, su una superficie di 1.100 ettari, Il Borro è al tempo stesso un villaggio medievale, una tenuta ricca di tesori enologici e un resort che permette di riscoprire un’ospitalità di lusso ma al tempo stesso a contatto con la natura. Contiene una dimora storica, una villa tra i vigneti di Merlot e 58 suites, ma anche due ristoranti – l’Osteria del Borro e Il Borro Tuscan Bistro – entrambi sotto la guida dell’executive chef Andrea Campani, oltre alla cantina secolare. “Un luogo come il nostro – racconta Salvatore Ferragamo, AD de Il Borro – è unico nel suo genere e offre esperienze di soggiorno senza uguali grazie al fatto di poter far immergere gli ospiti in un concetto di azienda agricola che produce prodotti biologici in modo totalmente autosostenibile. Chi arriva a soggiornare a Il Borro gode la sua permanenza come un’esperienza che è strettamente legata al contesto naturale in cui la tenuta è immersa. La valorizzazione del territorio, intesa come ricchezza senza eguali di usi e tradizioni, insieme al rispetto delle caratteristiche uniche del luogo sono al centro della nostra filosofia di accoglienza: una visione che si sposa perfettamente con quella del circuito Relais & Châteaux, di cui facciamo parte, che è fondata in primis dalla volontà di stabilire legami autentici con i propri ospiti”.
La storia de Il Borro griffato Ferragamo inizia nel 1993 quando Ferruccio Ferragamo, che era solito frequentare la tenuta con la famiglia, la acquisisce, avviando al contempo un importante lavoro di recupero del villaggio, che è stato completamente ristrutturato. Oggi, a gestire la tenuta c’è proprio il figlio Salvatore, amministratore delegato, con la sorella Vittoria, responsabile dell’orto biologico e dei Progetti Speciali. “Venendo all’attualità della stagione e al momento che tutti stiamo vivendo – continua l’AD –, essendo il nostro un albergo diffuso dentro un borgo medievale dell’anno Mille, oltre a uno charme magnifico da un punto di vista culturale, garantiamo anche una sicurezza legata all’esclusività. E se qui il cliente si sente molto sicuro, ovviamente la speranza è che più in generale i vaccini permettano una ripartenza in sicurezza per tutto il settore dell’hotellerie e del turismo. Certo resterà fondamentale che le stesse strutture possano certificare la sicurezza e la sanificazione e dare le giuste garanzie: la paura è stata tanta e ci vorrà del tempo per tornare al mondo pre pandemia, ma sono fiducioso”.
A Il Borro c’è poi un altro aspetto importante e che da sempre è una leva commerciale nei confronti di un mercato particolare come quello dell’accoglienza di lusso: è la chiave dell’italianità dell’offerta di accoglienza. “Poichè abbiamo la fortuna di vivere in un contesto turistico che ha in sé un patrimonio storico e materiale che è unico al mondo – siamo nati in un vero museo a cielo aperto senza uguali – non possiamo non puntare sempre di più proprio sull’aspetto dell’italianità della nostra proposta specie quando ci rivolgiamo come facciamo noi a un mercato internazionale. Rispetto a destinazioni anche molto belle, noi in Italia abbiamo vantaggi fantastici che dobbiamo rilanciare e riscoprire. Proprio noi che operiamo nell’ambito del lusso dobbiamo per primi essere bravi a realizzare una proposta di nicchia e al tempo stesso di alta qualità. Proprio questo farà la differenza sul mercato da oggi in poi: concentrarsi su un mix di qualità e di sostenibilità che si combinerà in una proposta di accoglienza e di hotellerie senza uguali nell’ambito del mercato mondiale”.