L’assemblea di Federalberghi ha approvato una petizione “per sollecitare il Governo italiano a intervenire con urgenza a tutela delle imprese e dei
lavoratori del turismo prima che sia troppo tardi”.
Il testo ricorda che le imprese turistiche generano ogni anno un valore aggiunto di 93 miliardi di euro, pari al 6% del Pil italiano. Alberghi e pubblici esercizi danno lavoro ad oltre 1,3 milioni di dipendenti, in prevalenza donne (52,6% sul totale) e giovani (il 60,1% ha meno di 40 anni), e al settore sono complessivamente riconducibili quasi 3,4 milioni di posti di lavoro, pari al 15% del totale.
Le rilevazioni ufficiali relative ai primi dieci mesi del 2020 certificano una diminuzione dei pernottamenti del 51,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con la perdita di 207 milioni di presenze. Ancor più marcato è il calo della domanda straniera, che ha fatto registrare una riduzione del 68,9%4. Un dato allarmante, considerato che il turismo internazionale contribuisce per il 50,5% del totale dei pernottamenti e che la spesa dei turisti stranieri contribuisce al saldo della bilancia commerciale con 44,3 miliardi di euro, pari al 41% delle esportazioni di servizi e a circa l’8% di quelle complessive.
Si può stimare che il 2020 si sia chiuso con una perdita di 236 milioni di presenze, con un calo di oltre il 54% rispetto all’anno precedente, con punte che in alcune località hanno superato l’80%. Attualmente la quasi totalità dei lavoratori stagionali è privo di occupazione e circa il 50% per cento dei lavoratori a tempo indeterminato è in cassa integrazione. In altri termini, il 75% per cento dei dipendenti delle imprese turistico ricettive e termali è senza lavoro.
Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, elenca gli interventi principali richiesti: riconoscimento di ristori efficaci, che ristabiliscano equità per l’anno 2020 ed accompagnino le imprese anche nei mesi a venire, interventi sulla liquidità (proroga delle rate dei mutui e concessione di prestiti ventennali), esonero per il 2021 dal pagamento delle imposte (Imu, Tari e canone Rai), sostegno alle imprese in affitto per il pagamento del canone di locazione, riduzione dell’aliquota Iva al 5% in analogia con quanto avvenuto in altri Paesi europei, sgravi contributivi per le imprese che richiamano in servizio il personale e sostegno al reddito per i lavoratori che rimangono disoccupati o sospesi.
E’ altresì noto – conclude la petizione – che, qualora non venissero concessi gli interventi richiesti, gran parte delle aziende non sarà più nelle condizioni di poter riaprire, con una sicura perdita di migliaia di posti di lavoro ed un grande problema sociale di difficile gestione.