In tempi di pandemia i viaggi d’affari restano al palo. E forse tireranno il freno a mano anche al termine dell’emergenza, come ha pronosticato Bill Gates: “Nel mondo post-coronavirus, scomparirà il 50% dei viaggi business e i giorni di presenza in ufficio si ridurranno anch’essi del 30%, sostituiti dallo smartworking”. Per quanto riguarda l’Italia, il valore di questa perdita è stato monitorato dall’Osservatorio innovazione digitale nel turismo della School of Management del Politecnico di Milano.
Nel 2020, secondo i dati dell’Osservatorio, la spesa per i viaggi d’affari è scesa a 7,6 miliardi di euro, in diminuzione del 63% sull’anno precedente. Si tratta di una perdita di 13 miliardi di euro dato che nel 2019 il turismo business ‘pesava’ 20,6 miliardi di euro. I viaggiatori domestici hanno realizzato la performance migliore, o meglio hanno contenuto il calo (-56% a 3,2 miliardi di euro), mentre quelli internazionali si sono ridotti di due terzi (-67% a 4,4 miliardi), complice anche la riduzione dei prezzi del trasporto e il deprezzamento del dollaro contro l’euro (-2%).
Il comparto del business travel sarà protagonista di un radicale cambiamento in quanto meeting, eventi e congressi hanno tradizionalmente comportato forme di aggregazione. Lo ha evidenziato, durante un recente evento di Elle Decor, Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi: “Per allestire congressi o eventi bisognerà considerare 3 metri quadrati a persona, e ciò comporta difficoltà organizzative. Se consideriamo le classiche sale riunioni degli alberghi, le potenzialità sono ridotte e ci sarà bisogno di alta tecnologia per creare soluzioni ibride, che sono il futuro del settore, ospitando alcuni manager in presenza e altri da remoto, con soluzioni però altamente sofisticate”.