Riapertura del settore turistico italiano per i primi giorni di giugno, molto probabilmente il giorno della festa della Repubblica italiana. A ipotizzarlo è il ministro del Turismo Massimo Garavaglia che, intervenuto ieri sera a Porta a Porta, ha spiegato che “c’è un mondo che il 27 del mese ha lo stipendio assicurato e il problema non se lo pone, potrebbe stare chiuso in eterno. Chi, invece, ha uno stipendio se lavora, altrimenti non ce l’ha, ha un problema. Quindi, è nostro dovere guardare i dati. Se i dati danno le condizioni per aprire in sicurezza, appena si può, si apre in sicurezza”. E ancora, “abbiamo avviato l’erogazione dei sostegni alla filiera, 550 milioni di euro, di cui 130 milioni sono in distribuzione alle agenzie di viaggi e tour operator, che sono le figure professionali più colpite. È un inizio perché ci sarà un altro decreto che prevede nuovi aiuti al settore. E poi spero che si sblocchi la situazione, in quanto ritengo che il sostegno vero, concreto, è far fatturare le imprese che chiedono di ripartire. Per questo il governo, appena possibile, deve dare una tempistica, sempre tenendo presente l’andamento dei contagi. Ma con l’accelerazione nelle vaccinazioni siamo fiduciosi”.
Durante il programma televisivo è intervenuto anche Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi , che ha sottolineato la necessità di sapere la data certa per la riapertura delle strutture: “I nostri alberghi non sono negozi che si riaprono alzando semplicemente la saracinesca. Dobbiamo conoscere la data con un anticipo di almeno 4-5 settimane; il tempo necessario per riorganizzarsi. Come albergatori, dobbiamo essere in grado di accettare le prenotazioni, riavviare le piattaforme, altrimenti veniamo anticipati dai competitor che, come la Grecia con le sue isole Covid free, ha già incassato un bel volume di prenotazioni da molti mercati esteri, che sono poi i nostri bacini di traffico”.