Ritorni a tripla cifra per i finanziamenti delle film commission a pellicole e serie tv. In arrivo una matrice econometrica per calcolare l’esatto rapporto tra fondi investiti e rendimento. E quando c’è di mezzo la grande produzione usa, cambia anche la storia del territorio.
di Andrea Guolo
L’arrivo di una troupe può cambiare le sorti turistiche di un territorio, trasformando una tranquilla località di provincia in una destination presa d’assalto. È una storia ormai consolidata, quella del boom turistico post riprese cinematografiche. Una storia che in Italia inizia con Vacanze romane, elemento scatenante per i viaggi degli americani a Roma negli anni Cinquanta, passando per kolossal come Ben Hur, Il padrino, La passione di Cristo che svelò al mondo l’allora sconosciuta Matera. Fino ad arrivare alle produzioni contemporanee, tra le quali spiccano gli ultimi due premi Oscar della nostra cinematografia: La grande bellezza per Roma e Chiamami col tuo nome per la città di Crema.
RITORNO A TRIPLA CIFRA
Quantificare il ritorno economico di una città trasformata in set è pressoché impossibile, perché dipende innanzitutto dal successo della pellicola e dalla sua tipologia; inoltre, quando un film diventa cult – conseguenza che a volte prescinde dall’incasso reale – l’effetto di richiamo sugli spettatori si rafforza. Occorre perciò ragionare sul rapporto tra costo dell’investimento, effettuato nel nostro Paese dalle singole film commission regionali come contributo alle spese di produzione, e ritorno sul territorio. Quando la pellicola o la serie tv hanno successo, il beneficio è a tripla cifra percentuale. In Lombardia, per esempio, i due ultimi bandi della Film Commission risalenti al 2014 e 2017 hanno comportato, nell’ordine, una ricaduta del 300% e del 600 percento. “Non esiste alcun investimento industriale in grado di restituirci qualcosa di simile” afferma Michaela Guenzi, responsabile operativa della Fondazione Lombardia Film Commission, specificando che il calcolo della ricaduta si basa sulle rendicontazioni delle produzioni. Naturalmente, il case history del decennio ovvero Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino (2017) non è misurabile in questi termini, come non lo sono in genere tutte le grandi produzioni Usa che scelgono l’Italia come ambientazione e si muovono in autonomia. In questi casi, è tutto oro colato, come peraltro dimostrano i dati dell’ultimo rapporto turismo (2019) della provincia di Cremona ovvero dei luoghi scelti da Guadagnino per ambientare la storia d’amore tra i giovani Elio e Oliver: il numero di arrivi, tra il periodo pre e post film, è aumentato di oltre il 10%, dai 200mila del 2016 ai 228mila del 2019. “C’è stata la volontà territoriale nel Cremasco di sfruttare questo effetto di richiamo, realizzando mappe interattive e percorsi ciclo pedonali per ripercorrere i luoghi del film” aggiunge Guenzi.
EFFETTO MONTALBANO
Cifre sicuramente importanti, ma il delta potrebbe diventare ancora più eclatante se fosse calcolato per territori un tempo marginali come ad esempio la Matera pre-Gibson o ancor più come l’area del Ragusano prima del commissario Montalbano. “Dobbiamo essere grati al regista Alberto Sironi che scelse questo edificio di Punta Secca come casa di Montalbano, perché ora è d’obbligo, per chi viene in Sicilia, passare da noi” afferma Ivana Micciché, fondatrice del tour operator Discovering Sicily, che nel 2003 propose alla famiglia proprietaria dell’immobile di trasformarlo in bed&breakfast prendendone la gestione. Si chiama, infatti, La Casa di Montalbano e gli affari, esclusa la parentesi del Covid, vanno piuttosto bene: è aperta tutto l’anno, tranne quando si girano gli episodi della serie tv trasmessa in oltre 65 Paesi del mondo e diventata estremamente popolare in Gran Bretagna. Del resto la Sicilia, fin dai tempi de Il Padrino di Francis Ford Coppola, è un territorio familiare per il pubblico del cinema e ora si prospetta un’opportunità ulteriore di visibilità internazionale, perché nei siti archeologici dell’isola sta per essere girata la quinta pellicola della saga di Indiana Jones (produzione Disney). La voce è giunta anche all’interno di Sicilia Film Commission, il cui dirigente Nicola Tarantino precisa che: “Non siamo stati contattati a riguardo, ma del resto le grosse produzioni operano in totale riservatezza e quindi ci sta che non si misurino con realtà come la nostra”. Anche Tarantino evidenzia il ritorno a tripla cifra delle somme stanziate dal governo regionale per questo tipo di attività. E lo fa partendo da Màkari, serie tv ambientata nel golfo di Macari (tra Palermo e Trapani) e andata in onda a marzo su RaiUno. “Ha determinato un aumento immediato delle prenotazioni alberghiere nell’ordine del 60% e un +400% di contatti Google nella ricerca dei luoghi che hanno ospitato le riprese” precisa. Tarantino evidenzia inoltre come uno degli obiettivi già fissati nel piano operativo di Sicilia Film Commission – che oggi risponde all’assessorato al turismo, mentre al momento della fondazione era sotto la competenza dei beni culturali – sia proprio l’ottenimento di una matrice econometrica per calcolare l’esatto rapporto tra i fondi investiti e il ritorno economico per il territorio. “Commissioneremo uno studio entro l’anno, perché a oggi non esiste uno strumento scientifico di valutazione e quindi, nella scelta dei progetti da finanziare, dobbiamo ragionare perlopiù attraverso la nostra esperienza acquisita. Nel momento in cui disporremo della matrice e ne avremo verificato la funzionalità, diventerà uno strumento di valutazione a priori”. Nella storia di Sicilia Film Commission, l’investimento più indovinato e importante è stato sicuramente quello su Montalbano. “Palomar (produttore della serie tv, ndr) ci chiese un cofinanziamento per i primi anni e poi ha continuato da sola, a testimonianza del fatto che la produzione era diventata così forte da non aver più bisogno del nostro supporto”. Il prossimo bando è previsto per l’autunno e avrà un ammontare di 3,5 milioni di euro. Al di là delle produzioni, esistono anche i bandi che finanziano i festival e le rassegne cinematografiche nell’isola, per le quali la strategia prevede un particolare sostegno alle località dell’entroterra e ai luoghi della tradizione, anche in chiave di una destagionalizzazione del turismo.
La consapevolezza della ricaduta positiva delle produzioni audiovisive per il territorio è molto forte in Piemonte, dove Federalberghi Torino e Film Commission Torino Piemonte hanno siglato un protocollo d’intesa per favorire l’attrazione del territorio e per aumentare il lavoro di imprese ricettive e turistiche. I dati certificati dicono che per per il film Tigers, a fronte di un contributo assegnato di 180mila euro, la spesa complessiva in Piemonte è stata di 654mila mentre per il film Miss Marx, a fronte di 131mila euro di contributo, il ritorno per il territorio è stato di 473mila.
E GLI HOTEL?
Quando poi l’hotel viene trasformato in set, la ricaduta deve essere valutata sotto diversi aspetti. Il primo, come evidenzia Federica Bernardo, sales & marketing executive al Grand Hotel Parker’s di Napoli, è quello della resa economica legata alle riprese, soprattutto se si tratta di una produzione statunitense che dispone di budget molto elevati. E poi c’è la fidelizzazione del personale che ha realizzato le riprese e degli attori stessi, fenomeno che all’hotel a 5 stelle lusso situato nel cuore del capoluogo campano è stato osservato nel caso di Un Posto al Sole, soap opera ambientata a Napoli e più volte ospitata nella struttura di corso Vittorio Emanuele. “In passato – aggiunge Bernardo – abbiamo ospitato una troupe per realizzare una fiction turca, e dopo la messa in onda si è verificato un anomalo boom di prenotazioni dalla Turchia con la gente che ci contattava spiegando che ci avevano scoperto tramite la tv”. A Roma, l’hotel Mediterraneo del gruppo Bettoja è una location molto gettonata per i film ambientati nel passato, ed è stata anche scelta da Ridley Scott per girare Tutti i soldi del mondo, sulla vicenda del sequestro di John Paul Getty III. “L’importanza del set è legata soprattutto alla promozione dell’hotel. Inoltre, per gli ospiti, quel che potrebbe rappresentare un potenziale fastidio alla fine diventa un elemento affascinante” afferma il presidente Maurizio Bettoja, evidenziando come “normalmente le scene vengono girate con l’hotel in piena attività, anche se le due produzioni ospitate quest’anno al Mediterraneo, al momento top secret, sono state riservate allo staff per rispetto delle misure anti Covid”. Al The Nicolaus Hotel di Bari, nel 2019, è stato girato il road movie “Mollami” prodotto da Sky Italia. Roberto Frugis, general manager della struttura, evidenzia le sfide che una situazione simile impone a livello organizzativo: “Si tratta di un impegno aggiuntivo per tutto il nostro staff, perché bisogna adattarsi ai tempi e ai ritmi del set e talvolta le scene vengono girate pure di notte o all’alba. Il beneficio, al di là del potenziale riconoscimento da parte del pubblico televisivo, è il fatto che i clienti presenti in hotel vivano una vera e propria esperienza legata alla presenza di attori e telecamere durante il soggiorno”.