Sorridente, appassionato dell’Italia, il CEO global di Marriott International, Anthony Capuano, incontra Pambianco Hotellerie nel nuovo W Rome per raccontare le strategie del gruppo. Inizia proprio a parlare del brand di lusso W Hotels, che ha recentemente debuttato in Italia con un hotel a Roma e che si appresta a una ‘scalata’ nella Penisola: “Dopo l’esordio nella Capitale – sottolinea Capuano – abbiamo in programma diverse aperture. Cominciamo con un W a Firenze, tra fine 2023 e il primo trimestre 2024, e sempre nel 2024 ci saranno altri due opening, a Milano e a Napoli. Per quanto riguarda il capoluogo lombardo, l’hotel sarà nel cuore della città, in corso Matteotti, e verrà denominato W Milan-Duomo. La proprietà sarà del Gruppo Marseglia. Sul versante partenopeo, l’hotel farà capo a Solido. Aggiungo che l’Italia per noi è molto importante e sta crescendo la domanda verso questo Paese come destinazione lusso. Non a caso, a Roma abbiamo un’offerta molto ampia: oltre a St. Regis Rome e al recente W Rome, apriremo nel 2023 Bulgari Hotel Roma e sono attualmente in corso i lavori per il nuovo Edition Hotel a pochi passi da via Veneto”.
Passando a uno sguardo ‘global’, il CEO di Marriott International prevede che quest’anno, a livello di fatturato, si potranno raggiungere i risultati del 2019, anche se le variabili in gioco sono molte: “Il 2021 è stato archiviato per il gruppo con ricavi in calo del 19% rispetto al 2019 e nel 2022 prevediamo il recovery. Bisogna essere però molto cauti, perché l’emergenza sanitaria non è ancora finita. Ad esempio la Cina, che è il nostro secondo mercato, nel 2021 aveva recuperato totalmente rispetto al periodo pre-Covid, tornando ai livelli di turnover del 2019, ma adesso, con la ripresa della pandemia e i nuovi lockdown, lo Stato asiatico si trova in una situazione di grande difficoltà”. Il Paese del Dragone, nel 2021, generava fee (commissioni da management e franchising, ndr) tra l’8% e il 9% per il colosso americano dell’ospitalità, caratterizzandosi come il secondo mercato, dietro agli Usa e Canada che registravano l’anno l’scorso il 75% delle fee totali di Marriott. L’Europa arrivava ultima nel podio con il 5% delle fee.
Continuando a parlare di cifre, Marriott International è sempre il numero uno al mondo dell’hotellerie in termini di ricavi, con un 2021 che ha archiviato a 12,2 miliardi di euro, e che stacca di gran lunga gli altri gruppi dell’ospitalità, dato che il secondo colosso che segue in termini di fatturato a livello mondiale è Hilton Worldwide a 5,1 miliardi di euro. Il primo trimestre di quest’anno ha impresso un’ulteriore accelerata a Marriott International: il quarter si è chiuso con ricavi per 4,2 miliardi di dollari (4,02 miliardi di euro), in crescita dell’81% sullo stesso periodo del 2021, ed ebitda pari a 759 milioni di dollari (727,2 milioni di euro), in aumento del 156% rispetto all’ebitda del primo trimestre 2021.
Riguardo ai prossimi anni, Marriott International ha intenzione di crescere in tutte le tipologie di hotel e in particolare nel segmento lusso, dove i ricavi sono elevati come anche gli utili. Sono otto i brand luxury su un totale di 30 marchi del gruppo. Nel dettaglio, sono Bulgari Hotels and Resorts, The Ritz-Carlton e Ritz-Carlton Reserve, St. Regis, W, Edition, Jw Marriott, The Luxury Collection. In Italia sono presenti 14 luxury hotel (su un totale di 58 strutture nella Penisola, in gestione o in franchising) con cinque brand lusso del gruppo. I progetti di espansione riguardano comunque tutti i brand del gruppo e sono attualmente in pipeline 500mila camere in 25 Paesi del mondo. Nel 2022 sono attese 100 aperture in area Emea e altrettante per il 2023.
Il CEO del numero uno dell’hotellerie si sofferma anche sui cambiamenti che questi due anni di pandemia hanno portato nei ‘desiderata’ dei viaggiatori: “La richiesta di sanificazione è ancora elevata e infatti noi garantiamo protocolli molto accurati, i quali a loro volta determinano un effetto cascata, cioè fanno ulteriormente aumentare le aspettative dei clienti. Si è alzata l’asticella, insomma, in termini di domanda di sicurezza. Lo stesso vale per la tecnologia: i clienti ormai si sono abituati a usare la nostra app, a fare il check-in digitale e a utilizzare il telefono come chiave per entrare in stanza, nonché a chattare via mobile con il nostro personale. Questo è un cambiamento che rimarrà anche in futuro. Infine, i soggiorni sono diventati più lunghi, le persone viaggiano meno ma per periodi più prolungati, con la volontà di aggiungere al viaggio di lavoro qualche giorno di vacanza”.
Tornando alle due prossime aperture, W Milan-Duomo ospiterà 166 stanze e 36 suite (compresa una ‘extreme wow suite’) all’interno di un immobile che è nato come banca nel 1920 e che verrà ristrutturato dallo studio Stefano Boeri Architetti e dall’interior designer canadese Yabu Pushelberg. W Naples invece sorgerà nel cuore di Piazza del Municipio, anch’esso frutto dalla ristrutturazione di un’ex banca che manterrà inalterata la facciata storica dell’edificio, e avrà 78 stanze e 17 suite. La ristrutturazione sarà ad opera di Rockwell Group.
Per quanto riguarda W Rome, il nuovo hotel a due passi da via Veneto si presenta con un concept diverso rispetto alla tradizionale ospitalità di lusso romana, classica e di grande magnificenza, perché il nuovo nato combina elementi che ripropongono la nobiltà della Città Eterna con arredi e dettagli moderni e dai colori accesi. Marmi, sculture, opere d’arte e trompe-l’oeil evocano lo stile della classicità romana e si alternano a elementi creativi, come i mosaici colorati di mobili e sedute, mentre le superfici riflettenti aggiungono un tocco contemporaneo. Il design dell’hotel è realizzato da Meyer Davis.
W Rome, che conta 162 camere, è dotato di una terrazza con piscina all’aperto e Otto Rooftop Bar con vista panoramica su Roma. Il Ristorante Giano è guidato da Ciccio Sultano, chef due stelle Michelin che offre un’interpretazione contemporanea dei tradizionali metodi di cottura siciliani, con un approccio giocoso, una fusione di cucina siciliana e cultura romana. Infine, circondato dai palazzi dell’hotel, si presenta, quasi nascosto, il Giardino Clandestino, cortile che vuole diventare una destinazione per la città in cui socializzare e godersi spettacoli e intrattenimento dal vivo.
La proprietà di W Rome fa capo a King Street Capital Management, società di investimento alternativo globale, mentre Omnam Investment Group è responsabile dell’operazione di sviluppo e riqualificazione e Kryalos la società di gestione patrimoniale italiana.