Back to the city. Dopo due anni di pandemia che hanno colpito prevalentemente le città d’arte rispetto ad altre destinazioni (in quanto i centri urbani traggono gran parte delle ‘entrate’ dal turismo internazionale, che è stato il primo ad annullare i viaggi e l’ultimo a ripartire), le ‘grandi piazze’ stanno pigiando sull’acceleratore. Lo asserisce un’analisi condotta da Cst per Assoturismo Confesercenti, secondo la quale tra giugno e agosto sono previste 27,4 milioni di presenze nelle città d’arte italiane (di cui il 64% di turisti stranieri e il 36% di italiani), oltre 5,5 milioni in più rispetto al 2021. Un boom dovuto soprattutto al ritorno dei turisti dall’estero: le presenze straniere dovrebbero essere oltre 17,5 milioni, il 34% in più rispetto alla scorsa estate. Un segnale di vitalità, sebbene non sufficiente ancora a recuperare i livelli del 2019, quando i visitatori delle città d’arte erano stati 44 milioni.
Lo studio si basa su interviste a oltre 1.200 imprenditori effettuate nelle principali 100 città (selezionate per capacità di posti letto, notorietà sul mercato e presenze turistiche) distribuite su tutto il territorio nazionale: 17 sono situate nelle regioni del nord ovest, 28 in quelle del nord est, 30 nel centro Italia e 25 nelle regioni del sud e nelle isole.
Correlata a questa tendenza è anche la crescita del turismo culturale, la cui filiera va dai musei ai siti culturali e archeologici, dalle guide turistiche alla ristorazione, dai servizi di noleggio e di trasporto fino alle attività commerciali: complessivamente 343mila imprese e oltre 1,4 milioni di addetti nei settori produttivi direttamente o indirettamente coinvolti. Secondo lo studio, il turismo culturale quest’estate avanzerà del 24,6% rispetto all’anno precedente, l’aumento più rilevante tra tutti i segmenti di offerta turistica e della media complessiva del settore (+14,3%). A spingere la ripresa di questa tipologia di turismo è soprattutto la domanda straniera (+34,6%), anche se si rafforza pure quella italiana (+10,2%). Si prevede inoltre che, tra gennaio e agosto 2022, il viaggio culturale genererà 9,1 miliardi di euro di spesa turistica, di cui 4,3 nel solo trimestre estivo, per il 53% generato dalla domanda straniera, pari all’1,4% del totale dei consumi nazionali. Una spinta sufficiente ad annullare quasi completamente la flessione di spesa delle famiglie italiane, prevista per lo stesso periodo a causa dell’aumento dell’inflazione (10 miliardi di euro in meno).
La crescita delle presenze turistiche straniere durante il trimestre estivo sarà sostenuta essenzialmente dai turisti europei e degli statunitensi.
La domanda turistica è ripartita, ma il sistema ricettivo italiano ha lasciato dei ‘cadaveri’ sulla strada. L’impatto della pandemia sulle imprese è stato solo parzialmente attutito dai ristori introdotti dal Governo, come testimonia l’elevato numero di chiusure di attività. Assoturismo evidenzia che tra il 2020 e il primo trimestre del 2022 hanno cessato l’attività 6.697 imprese della ricettività. Un’emorragia di attività che non è stata compensata da nuove aperture: dall’inizio della pandemia ad oggi sono nati solo 3.707 nuovi alberghi, per un saldo negativo di -2.990 imprese ‘sparite’ in poco più di due anni. Che significa sette al giorno.
A rallentare il recupero del comparto, l’aumento monstre dei costi dei beni energetici registrato quest’anno. A partire dalla seconda metà del 2020, lo scenario internazionale dei mercati è stato caratterizzato da un incremento dei prezzi delle principali commodities energetiche e agricole, riconducibili a un insieme di fattori di natura congiunturale, strutturale e speculativa. Il conflitto in atto tra Russia e Ucraina si è inserito in tale contesto, determinando un’ulteriore pressione sui mercati internazionali. Ai prezzi attuali, un albergo medio spenderebbe nel 2022 un importo di 98.519 euro per la fornitura annuale di energia elettrica, oltre 42.511 euro in più rispetto al 2021. Per quanto riguarda il gas, invece, l’aggravio per una fornitura annuale è di 12.189 euro in più sullo scorso anno (27.185 euro contro 14.996).