Archiviato il 2021 con un fatturato di 12 milioni di euro e con il varo del primo bilancio di sostenibilità, il gruppo Il Borro si avvia verso una stagione oltre le aspettative. “Il nostro budget per il 2022 era di 16 milioni, ma il forecast è oggi vicino ai 18 milioni”, riferisce infatti Ferruccio Ferragamo, che dal 1983 ha dedicato energie e investimenti allo sviluppo di un progetto di hospitality sostenibile e luxury in Valdarno.
Nel bilancio della società che fa capo allo stesso Ferruccio Ferragamo, i ricavi sono sostanzialmente ripartiti in maniera equilibrata tra hospitality, ristorazione e vino/agricoltura. “Abbiamo due ristoranti al Borro, uno piccolo alle Aie, uno a Viesca e quello di Firenze, tutti aperti anche alla clientela esterna tranne Viesca, al momento – riferisce l’imprenditore – Poi abbiamo un franchising a Dubai, uno a Londra e in questi giorni abbiamo aperto a Creta. Stiamo valutando altre opportunità (una richiesta interessante è arrivata dal Canada) dato che ci contattano perché piace molto il concetto di una produzione integralmente bio come la nostra (dal vino all’olio, dal miele all’orto). Il primo cliente per la nostra produzione agricola e vitivinicola è la catena dei ristoranti”.
Il Borro, in provincia di Arezzo, è a tutti gli effetti una grande fattoria in sinergia con Vitereta, tenuta acquistata sei anni fa da dove proviene la fienagione per alimentare 350 pecore, 19 chianine e molti vitelli al pascolo, oltre a 200 galline. Dagli animali deriva la fornitura di uova fresche e latte, che viene lavorato nel caseificio interno. Le scuderie ospitano invece una sessantina di cavalli in pensione, che vengono affidati all’azienda anche per la riproduzione, e 20 cavalli di proprietà che sono i protagonisti di un’offerta enoturistica che lega passeggiate tra i vigneti e degustazioni.
L’offerta targata Il Borro per l‘hospitality è in evoluzione, sempre inserita nella vita dell’azienda agricola e vitivinicola biologica. Il Relais & Châteaux Il Borro è albergo diffuso integrando la Dimora Storica, Villa Mulino, Villa Casetta circondata dalle vigne di Merlot, 38 suite nel borgo medievale e 20 suite alle Aie del Borro, oltre ai due poderi Borrigiani con appartamenti situati in aperta campagna. C’è un progetto a medio termine per la confinante tenuta Vitereta, oggi dedicata a vino e agricoltura. E oggi il gruppo ha in gestione la proprietà della famiglia Ferragamo a Reggello, in provincia di Firenze, che fu della signora Wanda.
Dopo un intervento di restauro, la struttura è stata aperta come Viesca Toscana Luxury Farmhouse. “La proprietà Palazzo Feroni Finanziaria l’ha affittata a Il Borro per 25 anni – spiega Ferragamo – e credo abbiamo fatto un buon lavoro nel gestire i soldi stanziati per il recupero e nei tempi degli interventi. Ora siamo fermi per non disturbare i clienti, ma appena possibile riprenderemo i lavori per realizzare una spa e un laghetto. Inoltre pianteremo altri 2.000 ulivi”. L’investimento è stato di circa 5 milioni, destinati soprattutto al rifacimento degli interni, l’isolamento, e per migliorare l’efficienza energetica con l’obiettivo di avvicinarsi all’autosufficienza già raggiunta a Il Borro.
A Viesca sono presenti 20 suite, sette case coloniche affittate a corpo unico e poi la casa grande con nove camere, anche questa affittata in blocco, scelta dettata dal fatto che risulterebbe poco efficiente e conveniente trasformarla in albergo. Con una gestione sul modello del Relais & Châteaux principale, l’idea è di arrivare a un posizionamento analogo, “però procediamo passo dopo passo perché bisogna tenere d’occhio il conto economico”, ribatte Ferragamo.
Nel processo di crescita continuo, una criticità è inevitabilmente la disponibilità di personale, soprattutto per il food and beverage. “Il primo obiettivo che mi sono posto in questo senso – spiega Ferragamo – è il superamento della stagionalità. Noi di norma siamo aperti da aprile a metà novembre, ma puntiamo a rimanere aperti tutto l’anno o quasi. Al Borro abbiamo 190 dipendenti, tutto deve sempre funzionare al millimetro, per questo bisogna avere fiducia massima perché ognuno di loro deve essere autonomo e responsabile in quello che fa, non possiamo certo supervisionare ogni passaggio. Da quando (nel 2021) ho lasciato la parte operativa in Salvatore Ferragamo, ho potuto conoscere personalmente tutte le persone assunte, le loro idee, le loro storie, le loro necessità. Cercando di capire perché qualcuno decide di lasciarci, emerge il problema di non occupazione nei mesi invernali e dunque ci stiamo attrezzando per aprire prima, almeno da inizio marzo, e chiudere dopo, utilizzando questi nuovi periodi per la convegnistica e attività collegate ai cavalli”. Nella selezione delle competenze, l’obiettivo de Il Borro è puntare sulla crescita degli studenti in stage: “oggi ne abbiamo 12, sono di varie nazionalità e provengono da istituti di vari Paesi – spiega il patron – hanno una casa colonica in cui risiedere nel periodo lavorativo e credo vivano una bella esperienza. A quelli bravi proponiamo di restare, ma cerchiamo di assumere anche personale del territorio. Attualmente abbiamo bisogno di incrementare l’organico di almeno 11 unità e puntiamo sui giovani. Certo non potremmo farlo se giocassimo come carte orari improponibili e stipendi bassi”.