La top ten per fatturato degli operatori dell’intermediazione turistica mostra qualche segno positivo, con crescite addirittura a tre cifre, soprattutto per chi ha investito sul mercato interno. Nel complesso, il settore in Italia ha risentito di un anno ancora di grande difficoltà.
Dopo un 2020 disastroso, anche il 2021 è da dimenticare per il mondo del tour operating. Considerando la classifica elaborata da Pambianco sui primi 10 operatori per fatturato della distribuzione organizzata (escluse le agenzie), il 2021 si chiude con un calo medio del 25% contro la frenata del 69% del 2020, ma i due valori negativi si assommano e portano negli ultimi due anni a drastiche sforbiciate del turnover di queste aziende dell’intermediazione turistica. L’anno scorso, comunque, alcune società sono riuscite a performare meglio rispetto all’anno precedente e a chiudere con valori positivi, in particolare sono state premiate le realtà che lavorano sul mercato domestico. Analizzando il ranking (dove non è stata riportata la divisione tour operating di Uvet, di cui fa parte Settemari, perché non risultano bilanci depositati negli ultimi due anni) si evidenzia un andamento altalenante, che alterna brusche frenate ad accelerate, anche a tre cifre. È il caso di Boscolo Tours il cui fatturato è volato a
+ 118%, e anche di Futura Vacanze, che ha raddoppiato di oltre il 100% i ricavi passando da 23 milioni di euro nel 2020 a 47 milioni nel 2021. Ne spiega le ragioni Stefano Brunetti, amministratore unico di Futura Vacanze : “Il 2020 è stato l’anno più difficile: il Covid è arrivato in maniera inaspettata e tutti ci siamo ritrovati a dover fronteggiare una situazione mai vissuta prima. Nel 2021 eravamo, nostro malgrado, più consapevoli e con l’esperienza della stagione precedente si è potuto lavorare, seppur con tutte le difficoltà del caso, intervenendo al meglio a livello programmatico, organizzativo e commerciale”. Brunetti osserva che nell’andamento del fatturato 2021 hanno contribuito in maniera significativa le scelte strategiche messe in campo: “Importantissimo è stato il potenziamento del prodotto Sardegna dove dal 2021 siamo presenti con quattro Futura Club. Ciò ha comportato importanti investimenti anche sul fronte trasporti con collegamenti e voli speciali a cadenza settimanale per l’intera stagione. Visto il perdurare della situazione sul fronte estero, il mercato aveva necessità di disponibilità in Italia e la domanda per la destinazione ha ampiamente soddisfatto le nostre aspettative. A questo possiamo aggiungere il nostro consolidamento in termini di brand e di fidelizzazione”. Crescita, anche se ‘solo’ a due cifre, per Nicolaus Tour (+45%) e per Imperatore Travel World (+59%). Anche in quest’ultimo caso gli investimenti sono stati premianti come sottolinea Luigi Polito, CEO di Imperatore Travel World: “Abbiamo investito tantissimo in tecnologia, creando un sistema turistico integrato che non riguarda soltanto la vendita di hotel ma anche dei trasporti, con collegamenti diretti delle compagnie aeree, di navigazione e treni. Inoltre, la vendita è stata aperta anche ai mercati stranieri, che hanno reagito bene e molto velocemente, come nord Europa, America e Australia, in aggiunta al mercato italiano già molto desideroso di riprendere a viaggiare, Italia su Italia, già da aprile”. Polito aggiunge che “il connubio sempre più stretto tra tecnologia e servizio è fondamentale per abbattere le distanze ma anche per facilitare e velocizzare in sicurezza il processo di scelta, prenotazione e consultazione”.
COLPITO IL LUNGO RAGGIO
Andando oltre la top ten e allargando lo sguardo al composito e atomizzato settore del tour operating italiano, sono pochi gli operatori che si focalizzano sul mercato Italia, perché la maggior parte sono specializzati in outgoing e molti in lungo raggio. Quest’ultimo è stato il più penalizzato a causa dell’interdizione ai viaggi che vigeva l’anno scorso verso le destinazioni extra Schengen. È vero che sono stati allestiti i ‘corridoi turistici’, ma solo verso fine 2021 e solo per pochi Paesi. Il 2021 quindi non può essere considerato l’anno della ripartenza per l’intero comparto dell’intermediazione turistica. Lo ribadisce Pier Ezhaya, presidente Astoi Confindustria Viaggi: “Il 2021 non può essere assolutamente considerato come l’anno della ripresa per i tour operator, anzi a conti fatti, è stato anche peggiore del 2020 quando almeno gennaio e febbraio si erano salvati. Salvo qualche fiammata estiva prettamente per l’ Italia, è stato un anno terribile per i bilanci dei tour operator. Fortunatamente dalla sua coda e cioè da novembre, si è iniziato a percorrere il protocollo corridoi turistici ed è iniziato qualche movimento anche verso l’estero. L’anno di ripartenza per il settore è stato questo, il 2022”. Gli fa eco Marco Peci, direttore commerciale Quality Group: “Il 2021 è stato l’anno più difficile per i flussi turistici degli operatori che operano sul medio e lungo raggio. Nel 2020 infatti gli operatori hanno potuto beneficiare dei volumi generati dai flussi turistici attivi dei primi mesi dell’anno in quanto la pandemia non era ancora iniziata, le frontiere erano aperte e si stava vivendo un momento di grande crescita del settore. Il 2022 è l’anno in cui anche il turismo di medio e lungo raggio sta tornando a generare numeri interessanti”.