Cresce nel 2023 la vacanza alla ricerca di esperienze legate al mondo food. Come spiega il ‘rapporto sul turismo enogastronomico italiano’, curato da Roberta Garibaldi, i turisti italiani che hanno compiuto almeno un viaggio con principale motivazione legata all’enogastronomia sono nel 2023 il 58%, in crescita del 37% rispetto al 2016 e del 13% anche sul 2019. In termini assoluti, la stima della ricerca è che siano circa 9,6 milioni gli italiani che partono con motivi enogastronomici. Senza contare che – spiega ancora il rapporto – la ricerca di esperienze a tema ‘cibo, vino e birra’ non è una peculiarità solo di questi viaggiatori, ma interessa ormai tutti i turisti del Belpaese: nel 2022 il 67% degli italiani ha svolto almeno cinque esperienze legate al mondo food nel corso dei viaggi più recenti. E anche per il prosieguo del 2023 le prospettive restano positive: nonostante la crisi economica legata all’inflazione, un turista italiano su tre dichiara di avere un budget superiore al 2022 da dedicare all’acquisto di esperienze gastronomiche.
“L’alto interesse dei turisti, l’offerta eccellente del nostro Paese, la crescita attesa per il turismo dei prossimi anni ci regala un incredibile tris di assi per il futuro – spiega Garibaldi -. La sfida è oggi quella di arrivare a un poker, lavorando per far esplodere le potenzialità. Si evidenzia infatti ancora un grande gap tra l’interesse alle esperienze legate all’enogastronomia e la loro effettiva fruizione”. Sono quattro in questo senso le principali tendenze emerse dalla ricerca, a partire dalla ‘varietà’. Il 63% dei turisti italiani infatti vuole scoprire mete nuove e diversificare l’esperienza food, ricercando proposte autentiche e sperimentando attività sempre diverse, a contatto con la natura. Il secondo focus è quello legato alla ‘accessibilità’ delle proposte. Oggi, dice il rapporto, il viaggiatore non è ancora nelle condizioni di reperire facilmente le informazioni e prenotare le esperienze. Non è un caso che se il 63% degli intervistati dichiara di voler prenotare le visite alle aziende di produzione online, solo il 23% le ha effettivamente acquistate dal sito.
C’è poi il fattore ‘green’: il turista gastronomico italiano si mostra sempre più attento alla sostenibilità, adottando comportamenti consoni soprattutto in viaggio. Ad esempio, evita di sprecare cibo al ristorante (65%) e in vacanza ha comportamenti più rispettosi dell’ambiente rispetto a quando è a casa (54%). Infine, per gli italiani la parola ‘cibo’ fa rima con ‘benessere’: Il viaggio enogastronomico diventa occasione per dedicarsi al proprio star bene e imparare a adottare stili di vita più salutari, tanto che il 71% dei turisti vorrebbe trovare menù con ricette che fanno bene alla salute. E ancora il 62% degli intervistati desidera fare viaggi enogastronomici nei quali ci sia la possibilità di un ‘digital detox’. “Per soddisfare i bisogni di questo nuovo turista gastronomico – conclude Garibaldi – è necessario far scoprire agli stessi italiani, che sono oggi i primi viaggiatori enogastronomici del Paese, molte delle tipicità regionali che ancora non conoscono. Si tratta anche di una grande opportunità per valorizzare le aree rurali nelle quali queste unicità sono prodotte e di un’occasione per far crescere il turismo verso le destinazioni meno frequentate”.