L’amministratore delegato e GM di Excelsior Palace racconta il percorso di crescita del gruppo che ha visto il fatturato lievitare fino al (quasi) raddoppio a fine 2023.
Dal ‘salvataggio’ di una struttura storica e, come si suol dire, ‘iconica’ sulla costa del Tigullio a un gruppo in piena fase espansiva con obiettivi chiari di crescita nel segmento luxury. È una storia di successo quella del gruppo Excelsior Palace che, dopo aver preso le mosse con una scommessa (rivelatasi vincente) sull’Excelsior Palace di Rapallo, ora ha mosso gli investimenti sullo scacchiere ligure puntando su Santa Margherita e in prospettiva anche oltre i confini costieri. La struttura di Rapallo, oggi rinominata Excelsior Palace Portofino Coast, è ripartita con numeri importanti dopo la ‘pausa’ Covid che ha portato in dote una ristrutturazione sostanziale. E il risiko delle acquisizioni si spinge su altri punti chiave della Penisola, arrivando sulle sponde del Lago Maggiore e a Firenze. Intanto il gruppo, stando alle previsioni dell’amministratore delegato e general manager Aldo Werdin, punta a chiudere il 2023 con ricavi a 15 milioni di euro.
Partiamo dai numeri: quali sono i risultati dei primi nove mesi del 2023?
Il 2022 è stato un anno record per noi. E infatti i primi nove mesi dell’anno scorso (nonostante l’avvio ancora condizionato dalla pandemia) ci hanno portato ricavi per 10,1 milioni di euro, in netta crescita rispetto al 2019, quando eravamo fermi a 7,8 milioni. Ecco, nel 2023 abbiamo battuto quel record dato che al 30 settembre abbiamo già raggiunto quota 13 milioni.
E quali sono le attese per la chiusura dell’anno?
Ritengo che chiuderemo a 15 milioni di euro.
Lo scoglio Covid è stato dunque archiviato. Su cosa avete basato la reazione?
Diciamo che sono cambiati degli elementi. Siamo rimasti chiusi per cinque mesi nel 2020 e per tre mesi nel 2021, ma abbiamo approfittato di questi due anni di incertezza per avviare una ristrutturazione importante. Pur rimanendo 5 stelle lusso, è stato migliorato il prodotto: abbiamo lavorato sugli impianti tecnologici, sono state rifatte le facciate e migliorato l’efficienza energetica, abbiamo restaurato i dipinti che rappresentano il volto storico di un albergo aperto nel 1901. D’altro canto, è stata determinante un’operazione strategica che ci ha portati a vincere una scommessa. Infatti, nell’autunno del 2021 lo Splendido Mare di Portofino ha annunciato la chiusura temporale per un rinnovo strutturale e noi abbiamo compiuto l’azzardo di alzare notevolmente le tariffe. In realtà nel 2022 è uscita la notizia che avrebbe riaperto comunque a inizio stagione, ma noi avevamo già pubblicato le tariffe e constatato che la domanda teneva. Ecco la mossa che ha portato ad un balzo dei ricavi così significativo, nonostante la pandemia ci abbia costretto a rimanere chiusi fino a marzo.
Qual è stato l’impatto delle dinamiche inflattive nel 2022 e quest’anno?
Guardando al Gop (margine operativo lordo) nel 2022 abbiamo chiuso il bilancio al 46%, non è affatto male. Nel 2023 presumiamo che il margine possa arrivare al 50%, anche se non vogliamo sia troppo alto e in effetti quest’anno abbiamo speso di più nella qualità del servizio e negli omaggi per la clientela. Rispetto agli incrementi del costo dell’energia, con l’aumento delle tariffe nel 2022 sono stati assorbiti, e nel 2023 abbiamo mantenuto invariati i prezzi, assorbendo anche altri rincari come quelli dei generi alimentari e delle lavanderie.
Quali le conseguenze dell’incertezza geopolitica?
La nostra policy, da una decina d’anni, prevede di non sbilanciare mai il portafoglio clienti rispetto a specifici mercati. Infatti le percentuali per tutti i Paesi sono spalmate tra il 5 e il 13%, dunque non siamo andati in crisi quando il 10% di clientela legata all’area russa non ha confermato la presenza. Peraltro quest’anno c’è stata un’esplosione di presenze americane e italiane: solo a settembre abbiamo registrato un 28% di americani e un 16% di italiani.
Nuovi progetti? Diverse linee di sviluppo?
In questo momento abbiamo concluso i progetti di ristrutturazione previsti, ma non ci siamo fermati. A novembre faremo i lavori di ampliamento del ristorante, con un allargamento delle terrazze per avere lo spazio dedicato a cocktail party, aperitivi, coffee break. Al beach club spostiamo la cucina in maniera tale da consentire al ristorante, a partire dal 2024, di rimanere aperto 10 mesi all’anno. Inoltre a dicembre è prevista l’inaugurazione della nuova Spa, disegnata dall’architetto Marco Piva, alla quale stiamo lavorando da quattro anni.
Come gestite la ricerca del personale?
Cerchiamo di trovare alloggi esterni, perché dobbiamo fare recruiting da fuori regione. Da presidente degli albergatori della Liguria, devo dire che in regione investiamo molto sulla formazione delle nuove leve; io presiedo anche l’Istituto tecnico per il turismo con sede a Santa Margherita Ligure e questo rappresenta per noi un bacino importante di competenze da cui attingere.
Come si articolano i progetti legati al f&b?
Abbiamo due bar e due ristoranti, ai quali si aggiungerà un ristorantino con menu dietetico collegato alla nuova Spa. Sono aperti anche ai clienti che non sono ospiti dell’hotel, così come avverrà per la beauty farm e le cabine dello stabilimento balneare, ma il fatturato fa comunque perno sulle camere.
Come vi vedete in prospettiva tra 5 anni?
Noi siamo una società nata per caso. L’Excelsior Palace a Rapallo era gestito da Th International, ma dopo un commissariamento giudiziale ho convinto la proprietà dei muri a sostenere un nuovo progetto imprenditoriale. Ci ‘hanno preso gusto’ e abbiamo acquisito anche il Lido Palace a Santa Margherita, che riaprirà come 5 stelle con il nome Excelsior Lido Palace. Per disporre di un’area balneabile a Santa Margherita, abbiamo poi acquisito anche l’Hotel Helios che diventerà una sorta di beach club del primo, trasformandosi nel Excelsior Palace Santa. Ora siamo in trattativa per acquisire una struttura sul Lago Maggiore e una a Firenze. L’obiettivo è di ampliare la progettualità per arrivare, nei prossimi 5 anni, ad avere in portafoglio sette alberghi, non solo in Liguria”.