Sarà il Michelangelo Hotel, vicino alla stazione Centrale, a ospitare i pazienti di Coronavirus dimessi dagli ospedali ma non ancora del tutto ‘negativizzati’. L’obiettivo è evitare la saturazione di posti letto e isolare i casi potenzialmente contagiosi. Il progetto è stato annunciato in un videomessaggio su Facebook dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ed è stato elaborato dalla vicesindaco Anna Scavuzzo e dagli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica) e Gabriele Rabaiotti (Politiche Sociali e Abitative). Sono coinvolte la Prefettura di Milano, l’Ats Milano e le Aziende Socio Sanitarie Territoriali (Dg Welfare Regione Lombardia), Protezione Civile Regionale.
“Dobbiamo pensare essenzialmente alle persone – ha detto Sala nel videomessaggio rivolgendosi ai cittadini -. Molti milanesi conoscono l’hotel Michelangelo, vicino alla stazione Centrale. Sono circa 300 camere, era un hotel già in chiusura, lo prendiamo per metterlo a disposizione di prefettura e autorità sanitaria, pensando che potrà servire per chi dovrà fare quarantena. Questo principio, di trovare spazi e metterli a disposizione, ci potrà far fare ulteriori azioni nei prossimi giorni”.
L’albergo si trova in Piazza Luigi di Savoia, 6, ha 306 stanze (singole, doppie, triple), 17 piani con 4 ascensori ed era stato dismesso, tanto che i proprietari avevano presentato al Comune una proposta di demolizione e ricostruzione. L’hotel con ogni probabilità non verrà mai riaperto e la proprietà si è resa disponibile a mettere a disposizione la struttura per uso temporaneo, garantendo anche un supporto sulla gestione ed eventuale manutenzione dell’immobile e per l’avvio della gestione quotidiana.
Potranno essere ospitati nella struttura anche i lavoratori delle professioni sanitarie che proseguono la loro attività, ma che vorrebbero preservare le loro famiglie e preferiscono non dimorare a casa; chi non ha alloggi idonei alla quarantena (per presenza di familiari immunodepressi o con patologie precedenti, anziani, soggetti fragili; assenza di spazio in casa per permettere idonea quarantena); chi è senza fissa dimora o tutti coloro che alloggiano temporaneamente in strutture collettive (come ad esempio CAS, Centri di Accoglienza, SFD); ci sarà poi un’area adeguata alle Forze dell’Ordine sottoposte a quarantena obbligatoria (anche Covid positivi) che non hanno alloggi adeguati all’isolamento. L’elenco non esaurisce tutte le categorie che saranno poi vagliate.
All’interno della struttura le persone isolate avranno pasti individuali (la partecipata del Comune “Milano Ristorazione” fornirà i pasti in monoporzioni termosaldate), pulizia degli spazi comuni e della biancheria, sanificazione di ogni camera a inizio e fine soggiorno e monitoraggio sanitario nel corso dell’isolamento.
Tecnicamente la struttura sarà requisita dalla Prefettura di Milano secondo indicazioni della Protezione Civile Regionale; il supporto socio sanitario e assistenziale arriverà invece dalle autorità sanitarie. La pianificazione delle misure di sicurezza, anche per il rispetto della quarantena, è in capo alla Prefettura, che darà indicazioni alle Forze dell’Ordine, al Comune con la Polizia Locale, a eventuali altri soggetti che dovessero essere coinvolti.