Già da alcuni giorni stanno piovendo le disdette delle prenotazioni in Italia, ma il blocco dei flussi turistici in seguito al semi-lockdown appena dichiarato in Italia, potrebbe comportare nei soli mesi di novembre e dicembre 13 milioni di arrivi in meno che ridurrebbero di ben 35 milioni i pernottamenti nel sistema alberghiero ed extra-alberghiero italiano. Sono le stime dell’Istituto Demoskopika sulla base di dati rilevati da alcune fonti quali Siope, Banca d’Italia, Istat, UnionCamere e Cerved.
Il bocco dei flussi si traduce sulla spesa turistica segnando, nell’arco temporale osservato, un calo pari a 4 miliardi di euro. L’analisi di Dermoskopika evidenzia che quasi 100mila imprese turistiche potrebbero essere costrette a dichiarare il fallimento entro la fine del 2020, con una perdita di 23 miliardi di fatturato. Poco più della metà dei fallimenti (50,4%), pari a oltre 48 mila imprese, sarebbe concentrata nei sistemi a maggiore numerosità imprenditoriale per il comparto turistico italiano: Lombardia in primis con 13.500 imprese, seguita dal Lazio con 10.900 imprese. Una mortalità imprenditoriale che si ripercuoterebbe immediatamente sul mercato del lavoro con una perdita di 440mila posti. Segno negativo anche per le casse comunali, con mancati incassi, in soli 60 giorni, di oltre 84 milioni di euro.
“Il secondo lockdown – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – può generare una crescente perdita di solidità finanziaria da parte delle imprese, rendendo sempre più complicata la copertura delle insolvenze e alimentando, di conseguenza, un livello maggiore del rischio di default.