È una sorta di ‘J’accuse’ l’intervista che François Droulers, CEO DHotels, rilascia a Pambianco Hotellerie, riferendosi all’incapacità del sistema Italia nel supportare il turismo, che vale il 13% del Pil italiano, e questo ben prima dell’emergenza attuale. Riguardo agli indennizzi governativi, Droulers afferma che si tratta di ‘mancette’, cioè sono assolutamente inadeguati, perché il primo Decreto ristori era rivolto solo alle imprese sotto i 5 milioni di euro di fatturato, mentre il Ristori bis prevede un contributo a fondo perduto per gli alberghi di 150mila euro. “Una somma irrisoria per aziende che fanno decine o centinaia di milioni di fatturato – sentenzia il CEO – e questo significa che il turismo non riceve le attenzioni dovute, in particolare l’hotellerie che non è stata supportata come è accaduto invece in altri Paesi. Il motivo è che non abbiamo capacità di fare lobbying, siamo suddivisi in troppe associazioni di rappresentanza che non hanno influenza reale sul Governo”.
La necessità di investire sul turismo era presente già prima che scoppiasse l’epidemia da Covid-19, perché l’hotellerie italiana, da tempo, ha bisogno di essere allineata agli standard qualitativi richiesti dalle persone che viaggiano: “Il parco alberghiero del nostro Paese – riprende Droulers – è indietro di vent’anni, con hotel padronali che non hanno effettuato passaggi generazionali, arredi degli anni ’80, dimensioni di 28 camere, nessun progetto di efficientamento energetico. Bisogna fare investimenti, ma purtroppo il settore non gode neanche del supporto degli istituti di credito, che rimangono sul bordo del fiume a guardare quello che succede. Le banche non si assumono rischi, ma dovrebbero selezionare bene le attività che funzionano e su quelle investire perché l’Italia tornerà ad essere una delle principali mete del turismo internazionale, per paesaggio, cultura, musica, arte, cucina, moda”.
Un altro esempio della mal gestione del turismo in Italia, secondo il fondatore di DHotels, riguarda le locazioni turistiche: “È un settore che ancora oggi non è regolamentato. Non ha obblighi, non ha vincoli rispetto alla qualità costruttiva o ai sistemi di sicurezza, che invece vengono imposti alle strutture alberghiere. Il motivo della mancanza di regolamentazione è probabilmente legato alla presenza di una lobby molto forte e al fatto che questo settore alimenta gli interessi dei costruttori, attivi nell’attività di ristrutturazione delle case”.
Per quanto riguarda DHotels, l’azienda gestisce due alberghi di proprietà con contratti di franchising con marchi internazionali, il DoubleTree by Hilton a Mogliano Veneto, vicino a Mestre (Venezia), e Four Points by Sheraton a Mestre. Sono hotel di grandi dimensioni, mediamente 200 camere, che si rivolgono a diversi segmenti di mercato: leisure, business, congressuale e travel. Per quanto riguarda quest’ultimo segmento, Droulers spiega che la scelta di Mestre è legata proprio alla possibilità di sviluppare diverse opportunità di business: “Oltre al leisure e al business, abbiamo uno spettro di clientela legato alle compagnie navali: prima della pandemia, 1,7 milioni di passeggeri transitavano nell’hub veneziano, e i giorni prima della partenza e dopo il ritorno in molti soggiornavano nei nostri hotel a Mestre. Lo stesso dicasi per le linee aeree, che hanno bisogno di spazi per gli equipaggi”.