“La ripartenza potrebbe arrivare in primavera”. Luca Boccato, amministratore delegato di Hnh Hospitality, sintetizza così la scelta del gruppo veneziano di tenere aperti oggi 7 hotel su 14 in portafoglio nonostante il tasso di occupazione sia troppo basso per essere profittevole. Nel frattempo l’auspicio è che il Governo acceleri nell’ampliamento dei ristori oltre il limite di 800mila euro, che ad oggi penalizza i gruppi medio-grandi.
Per quanto riguarda i 14 alberghi, il manager precisa che due sono stagionali e sarebbero comunque inattivi in questo periodo, l’apertura del nuovo DoubleTree by Hilton di Roma è pianificata per la seconda metà di marzo, mentre 4 sono chiusi a causa della pandemia nell’area veneziana, la più sofferente in questo momento. Le 7 strutture aperte hanno avuto un tasso di occupazione medio in gennaio intorno al 20%, troppo basso per arrivare all’efficienza economica, “ma abbiamo scelto di riaprire per esser presenti – afferma – per dare un servizio ai nostri clienti corporate che potranno sceglierci anche in futuro. I numeri sono tali da non permetterci la benché minima marginalità e l’aspetto più critico è che non ci sono certezze su quanto durerà. Il passaggio dall’arancione al giallo lo stiamo vedendo in un leggero miglioramento, ma l’occupazione è ben diversa da quella attesa in questi periodi dell’anno”.
Sulla sicurezza le strutture hanno adottato tutti i protocolli delle catene (tra quelle aperte ci sono due Hilton e quattro Best Western), ma “in tutte le strutture abbiamo fatto qualcosa in più – precisa Boccato – per garantire agli ospiti la sicurezza e anche la percezione della sicurezza. I clienti corporate che continuano a sceglierci tutte le settimane con serenità ci danno un’attestazione importante”.
L’esercizio 2020 di Hnh Hospitality (chiuso al 31 ottobre) si è assestato a 21,4 milioni di fatturato, a fronte di un budget previsto di 63 milioni. “È stato un anno pesante rispetto alle prospettive, ma la perdita pur significativa non sarà drammatica, comunque inferiore rispetto a quanto stimato nel marzo scorso – precisa Boccato – Abbiamo lavorato bene nei mesi difficili, siamo riusciti a intervenire sui contratti di locazione e sulla gestione efficiente delle risorse. E abbiamo fatto tesoro di quello che è accaduto, rivedendo l’efficienza di processi e forniture”. Certo, con il 20% di occupazione non si possono fare miracoli, ma Hnh si attende un miglioramento dello scenario nei prossimi mesi (anche grazie ai vaccini). “Gli alberghi nella zona di Jesolo riapriranno ad aprile e l’evoluzione del Covid rimane la variabile determinante per progettare ogni azione”, annuncia l’AD.
In prospettiva il gruppo si sta interrogando sul segmento Mice, avendo alberghi legati a snodi chiave come Bologna, Verona e Padova. “Sono strutture che lavorano prevalentemente con il segmento business – evidenzia Boccato – Oggi vediamo gli effetti dello smart working e di una certa virtualizzazione degli incontri di lavoro, ma le aziende hanno ancora esigenza di spazi su cui contare per l’hospitality e anche per incontri. Certo sono spariti gli eventi di grandi dimensioni e dovremo in qualche modo sostituire quella componente della domanda. Ci aspettiamo una forte ripresa del segmento leisure con la riapertura del traffico aereo, perché la gente ha voglia di viaggiare e le destinazioni di vacanza possono anche conciliarci con il lavoro da remoto”. Guarda invece con scetticismo all’evoluzione dell’hotellerie verso spazi destinati a ufficio: “Non credo che i nuovi fenomeni sociali ci debbano portare a una forte revisione degli spazi. Stiamo gestendo un fenomeno che di sicuro avrà un impatto di lungo periodo, ma non possiamo immaginare che domani non avremo più come perno l’hospitality.
Nel frattempo Boccato evidenzia i limiti del sistema dei ristori in Italia, che mette in difficoltà il sistema rispetto ad altri Paesi. “Il limite a tutti gli aiuti di Stato è ancora bloccato a 800mila euro, che un gruppo di medie dimensioni come il nostro ha raggiunto a settembre 2020 – rimarca – Questo significa che le strutture più grandi, nate da aggregazioni, risultano penalizzate ed è un paradosso per un mercato che ha un limite nella frammentazione. Ora c’è l’ultima finestra concessa dalla UE per una deroga al limite, ma è necessario che venga trasferita in un decreto mirato”. Una priorità per la competitività del sistema-Italia. “Questo settore è molto permeabile a flussi di capitale e alla concorrenza internazionale – conclude l’AD di Hnh – Da sempre ci lamentiamo che è poco internazionale con aziende molto piccole rispetto ad altri Paesi. È ovvio che se anche in questa fase non vengono adottate misure adeguate a sostenere le aziende più grandi e strutturate, che stanno dando prova di maggiore resistenza facendo tutto da sole, si rischia che si indeboliscano e prestino il fianco alla concorrenza di gruppi francesi o spagnoli, che hanno invece goduto di ristori più sostanziosi, in Spagna fino a 3 milioni di euro”.