Dalla lista dei ministri elencati ieri sera, venerdì 12 febbraio, dal presidente del Consiglio Mario Draghi per la formazione del Governo, è spuntato, quasi a sorpresa, il ministero del Turismo. Dotato di portafoglio, affidato a Massimo Garavaglia, già sottosegretario all’Economia nel governo Conte, questo dicastero dedicato era stato a lungo richiesto dalle associazioni di settore, ma niente faceva presagire che sarebbe arrivato con il nuovo esecutivo. Invece Draghi ha recepito l’urgenza di un Paese come l’Italia ‘che siede sul petrolio’, cioè che ha una risorsa turistica senza pari al mondo, eppure poco valorizzata, Il premier quindi ha deciso di scindere il vecchio Mibact in un ministero dei Beni e delle attività culturali in mano a Dario Franceschini e in uno creato ad hoc per il Turismo.
Soddisfazione da parte delle varie associazioni di settore, e insieme al plauso arrivano anche le prime richieste. “Il ministro Massimo Garavaglia ha davanti a sé una sfida complessa – commenta Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – che non possiamo permetterci di perdere. Mai come oggi il settore alberghiero necessita di una strategia organica e di una visione di medio/lungo periodo per tornare a crescere e competere sul mercato globale del turismo. Al nuovo ministro del Turismo chiediamo una road map per uscire dalla crisi e mettere in sicurezza le aziende del settore che sono un potenziale importante anche per la rinascita del Paese. Il recovery plan è un tassello fondamentale, ma il settore ha purtroppo ancora bisogno anche di interventi di diretto supporto alle imprese. Ci auguriamo soluzioni rapide ed incisive”.