Si è gridato più volte all”annus horribilis’ ma ora i dati di Istat lo certificano nero su bianco. Secondo il report ‘Viaggi e vacanze in Italia e all’estero, 2020’ dell’Istituto nazionale di statistica, tra le strutture ricettive collettive, le più colpite dal netto calo dei viaggi con pernottamento sono gli alberghi (-57,8% di viaggi e -62,2% di notti).
I viaggi dei residenti in Italia nel 2020 toccano il loro minimo storico: sono 37 milioni e 527mila (231 milioni e 197mila pernottamenti), con una drastica flessione rispetto al 2019 che riguarda le vacanze (-44,8%) e ancora di più i viaggi di lavoro (-67,9%). Per le vacanze in estate il calo si attenua (-18,6%). Ciononostante, quasi 7 persone su 100 hanno rinunciato alla vacanza estiva (erano il 37,8% nel 2019, sono il 30,9% nel 2020 quelle che fanno almeno una vacanza tra luglio e settembre). I viaggi all’estero crollano (-80,0%) mentre le località italiane sono colpite in misura minore (-37,1%) e sono meta del 90,9% dei viaggi.
Il calo più consistente si rileva nel segmento dei viaggi per motivi di lavoro, che si riduce a un terzo di
quelli svolti nel 2019 (-68% di viaggi e notti) e rappresenta appena il 6,7% degli spostamenti e il 3,8%
delle notti trascorse in viaggio. Il declino dei viaggi di lavoro è un fenomeno di natura strutturale, iniziato ben prima della pandemia. Nel 2019 questo tipo di viaggi si era ridotto ad appena il 40% di quelli registrati nel 2009, anno precedente l’avvio del calo. Se per alcune tipologie la riduzione è stata influenzata soprattutto dal ciclo economico, per altre riflette un cambiamento nella comunicazione professionale, che si avvale in misura crescente della possibilità di incontrarsi online. Sempre nel 2020, anche a seguito di restrizioni o espliciti divieti, sono particolarmente colpite le attività congressuali e di convegni o seminari, che quasi si azzerano (-84,9%), le attività di rappresentanza, vendita, installazione o simili (-72,4%) e le missioni di lavoro (-64,7%). Le riunioni d’affari subiscono il calo minore, pur dimezzandosi (-47,7%) e diventano la prima motivazione dei viaggi di lavoro (26,8%).
La durata media dei viaggi aumenta leggermente e si attesta a 6,2 notti (6,3 per le vacanze), per effetto di soggiorni di vacanza di 4 notti e mediamente più lunghi rispetto al 2019 (da 9,3 notti a 9,8). La durata media dei viaggi di lavoro rimane stabile a 3,5 notti.