Il president global operations del gruppo Four Seasons, Christian Clerc, ha in serbo una serie di aperture nel Belpaese. In primis a Roma e Venezia, ma altre destinazioni sono sotto il mirino.
di Vanna Assumma
Non nasconde la sua forte passione per l’Italia Christian Clerc, president global operations di Four Seasons Hotels and Resorts, che è stato raggiunto telefonicamente da Pambianco Hotellerie per parlare delle strategie di crescita del gruppo. Nato a Montreux da madre italiana e padre svizzero, Clerc ha una sorta di ‘love story’ con l’Italia: “Adoro la cucina, l’arte, la cultura, la straordinaria capacità del Belpaese di sorprendere per la molteplicità di territori differenti, unici, ognuno con il suo carattere ben distinto dagli altri. Lo ammetto, io mi sento metà italiano”.
Non si tratta solo di una ‘dichiarazione d’amore’ perché il manager, che supervisiona le operazioni globali del gruppo luxury in tutto il mondo, ha in mente una strategia di crescita molto forte nella Penisola. Attualmente Four Seasons conta due storici hotel a Milano e a Firenze, a cui si aggiungerà quest’estate, a giugno 2021, il San Domenico Palace a Taormina e, nel giro di qualche anno, il nuovo resort a Ostuni in Puglia. Siamo a quota 4 hotel tricolori, ma Clerc anticipa che sta monitorando alcuni mercati interessanti come Roma e Venezia, dove ci saranno ulteriori sbarchi nei prossimi anni. “Ma non ci fermeremo a 6 hotel” sentenzia il president global operations del gruppo, e cita altre destinazioni che sono sotto il mirino per nuove aperture: si tratta della Costiera amalfitana, di alcune aree del nord Italia, in particolare sul Lago di Como, nonché della Sardegna.
Un piano di espansione importante nella Penisola, che seguirà i suoi tempi, “senza fretta”, perché Clerc sottolinea quanto sia importante per un’azienda del lusso perseguire sempre il massimo della qualità, anche nella ricerca delle location giuste e dei partner con cui lavorare.
Intanto il gruppo, la cui proprietà fa capo a Kingdom Holding Company (47,5%), Cascade Investment (47,5%) e Triples Holdings (5%), , ha una pipeline di aperture in tutto il mondo, anche in diverse aree in cui non è ancora presente. A livello worldwide, attualmente gestisce 119 hotel e resort e 45 residenze private in 48 Paesi, comprendendo più di 50 progetti in corso di realizzazione. Una ‘vision’ ad ampio spettro quella di Clerc, che, forte delle conoscenze nei mercati di tutto il mondo, racconta la sua prospettiva sull’hospitality e i trend che si imporranno nel post-Covid.
Partiamo dal momento attuale, ci sono già prenotazioni nei vostri hotel?
Si, ogni settimana registriamo una crescita del 10% dei booking rispetto alla settimana precedente, ma si tratta di persone che si muovono nello stesso Paese o all’interno della ‘region’. Non appena i turisti sapranno che si potrà viaggiare a livello internazionale, sarà un boom. Ci sarà una domanda last minute per questa estate che sarà fortissima. Io sono molto ottimista. Certo, gli ultimi 15 mesi sono stati difficili per il turismo e continuano ad esserlo ancora, ma questa situazione emergenziale si risolverà.
Come sarà allora l’estate 2021?
Il 2021 è l’anno della vacanza a ‘doppio budget’. I viaggiatori hanno budget più elevati e più tempo a disposizione dopo l’anno di stop nel 2020. C’è una concreta volontà di regalarsi il viaggio della ‘lista dei desideri’, con un budget superiore rispetto al periodo pre-covid. Certo, I viaggi di prossimità continuano a essere un trend. Promuoviamo molto i viaggi nazionali, per permettere ai nostri ospiti di rimanere più vicini a casa, con promozioni e pacchetti dedicati.
Quanto è importante per voi l’Italia?
La Penisola è un’area strategica per il gruppo. Con l’hotel a Taormina e il prossimo in Puglia siamo a quota 4 nel Belpaese, e stiamo monitorando altre due aperture a Roma e a Venezia. Procediamo senza fretta, perché è importante trovare il partner giusto, la location d’eccellenza e perseguire sempre la massima qualità, anche nello stabilire le migliori condizioni di lavoro per i nostri dipendenti. Ma voglio annunciare che non ci fermeremo a 6 hotel. Stiamo monitorando altre aperture in Costiera amalfitana, in alcune aree del nord Italia, in particolare sul Lago di Como, nonché in Sardegna.
Quando aprirete il Four Seasons in Puglia?
Ancora non abbiamo stabilito una data, ma ci vorranno almeno tre anni. Si tratta di un resort vicino a Ostuni, a 40 km dall’aeroporto di Brindisi, affacciato sul mare, con 150 camere in moduli studiati come piccole ville private. Il nuovo lusso è lo spazio, i giardini, le terrazze, la natura. Intanto siamo focalizzati sull’inaugurazione a giugno 2021 del ‘nuovo’ San Domenico Palace a Taormina, dove c’è stato un ottimo lavoro di ristrutturazione insieme alle Belle Arti per rifare le facciate del palazzo in conformità con le linee architettoniche originarie. L’immobile è di altissimo pregio ed è considerato uno degli alberghi più famosi al mondo. Ha accolto ospiti illustri come Oscar Wilde, Elizabeth Taylor e DH Lawrence. Nel 2017 ospitò il G7.
Quali sono le nuove richieste dei turisti alto spendenti?
Stiamo vedendo un aumento delle richieste nei resort perché gli ospiti sono alla ricerca di maggiore privacy, esclusività e spazi all’aperto. Questo era già un obiettivo del nostro team di progettazione prima della pandemia, e continuerà a giocare un ruolo importante nelle nuove aperture e ristrutturazioni. Inoltre i soggiorni stanno diventando più lunghi, molti ospiti Four Seasons chiedono di prolungare il loro soggiorno nei nostri private retreats, ville e case di lusso che offrono più spazio. A questo si aggiunge lo smartworking che è sempre più popolare. In molte proprietà del gruppo abbiamo introdotto pacchetti che permettono agli ospiti di lavorare da remoto.
Sta aumentando anche la richiesta del vostro jet privato?
Sì è sold out. Recentemente abbiamo creato un nuovo aeromobile brandizzato Airbus A321 che viene incontro alle esigenze di personalizzazione e di sicurezza richieste in tempo di pandemia. Tra le modifiche, è stata predisposta la cabina più ampia e più alta della sua classe, con 48 posti e una configurazione che garantisce un comfort ancora maggiore, C’è un boom di richieste di aerei privati perché, chi se lo può permettere, vuole viaggiare in una sorta di ‘bubble’. Può essere che in futuro investiremo ulteriormente e realizzeremo un altro velivolo.