Non solo misure di sostegno nel breve periodo, il ministro Garavaglia parla di interventi strutturali che adegueranno il turismo italiano ai migliori benchmark internazionali.
di Vanna Assumma
Massimo Garavaglia ha le idee chiare su come far ripartire la ‘macchina’ dell’ospitalità italiana. Intervistato da Pambianco Hotellerie, il neo nominato ministro del Turismo elenca dati e provvedimenti per rilanciare il settore, che necessita di una politica di maggiore valorizzazione. Su di lui le aspettative sono molte, perché Garavaglia, già vice ministro dell’Economia e delle finanze nel 2019 e prima ancora sottosegretario di Stato, rappresenta una disruption nella politica italiana. È il primo dopo trent’anni ad avere assunto, dal 2 marzo 2021, l’incarico di ministro del Turismo nel governo Draghi, segnando una svolta emblematica in un Paese che fino ad allora accomunava il Turismo e la Cultura sotto lo stesso dicastero. Garavaglia si fa carico di queste aspettative e punta in alto: aldilà delle riaperture nel breve periodo grazie ai vaccini e ai protocolli responsabili, il ministro comunica che ci saranno riforme strutturali che adegueranno il settore italiano ai migliori benchmark internazionali.
Ministro Garavaglia, qual è la sua visione sul turismo Covid? Come cambierà il settore?
Il turismo migliorerà nel breve: grazie ai vaccini, ai tamponi e ai protocolli responsabili si potranno pianificare con serietà e sicurezza le riaperture dei vari settori del turismo. Ci saranno, in seguito, riforme strutturali che adegueranno il settore italiano ai miglior benchmark internazionali.
Quest’estate sarà una stagione record?
C’è grande fiducia nella campagna vaccinale, che ora procede spedita ed è indispensabile accelerarla senza fare polemiche, che non servono a nessuno. Come ha previsto il Commissario per l’emergenza al Covid Francesco Paolo Figliuolo entro settembre sarà vaccinato l’80 per cento degli italiani, quindi ci sarà sicuramente una ripresa. Il Green pass, il lasciapassare europeo, faciliterà i flussi turistici in Italia perché permetterà di circolare liberamente nei Paesi dell’Unione e che l’Italia sta anticipando.
Quali previsioni per il mondo alberghiero italiano? Ci dobbiamo aspettare fallimenti, licenziamenti, passaggi di proprietà?
È un settore che ha sofferto, allo stesso modo di tanti altri, a causa della crisi generata dalla pandemia. Adesso verranno forniti strumenti finanziari, come i minibond e non solo, che aiuteranno il mondo alberghiero negli investimenti per ammodernare gli impianti.
Le città stanno perdendo una bella fetta di turismo business. Quali sono le sue idee per affrontare questo nuovo scenario?
Ha ragione Bill Gates a sostenere che il Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini ordinarie, come il modo di lavorare e di stare insieme. È stato, infatti, monitorato dall’Osservatorio innovazione digitale nel turismo della School of Management del Politecnico di Milano che, nel 2020, la spesa per i viaggi d’affari è scesa a 7,6 miliardi di euro, in diminuzione del 63% sull’anno precedente. Si tratta di una perdita di 13 miliardi di euro dato che nel 2019 il turismo business “pesava” 20,6 miliardi di euro. Ci sono però Regioni italiane, come le Marche, che puntano al cosiddetto “turismo di lavoro” legato allo smart working e alla possibilità di lavorare da remoto nei borghi storici, trasformandoli così in borghi “digitali”. Un nuovo trend che potrebbe essere una risorsa aggiuntiva al centro di un circuito turistico da costruire in maniere circolare, superando il gap ad esempio tra entroterra e costa che porta anche ad una destagionalizzazione dei flussi turistici.
Lei è il primo ministro del Turismo in Italia: qual è la sua visione a lungo termine?
L’istituzione di un Ministero ad hoc dopo trenta anni è già di per sé una grande notizia, che dà la misura dell’attenzione del Governo al settore. Sto incontrando operatori del settore e associazioni per raccogliere suggerimenti e proposte concrete su cui lavorare, è una fase di ascolto dei protagonisti dell’industria turistica. Non bisogna assolutamente sprecare le competenze che abbiamo, come l’Enit.
Nel 2019 il turismo rappresentava il 13% del Pil italiano. Che quota potrebbe raggiungere questo settore con le opportune strategie di valorizzazione?
Il turismo dovrà essere il volano della ripartenza dell’economia italiana piegata dalla pandemia. Il mio sogno è portare il settore al 20% del Pil nazionale grazie ai finanziamenti europei e al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
Come strategie è importante superare la frammentazione, caratteristica tutta italiana, con un rapporto forte con le Regioni e attuando una rivoluzione digitale, che può dare grandi opportunità e sviluppi anche al turismo, con una piattaforma nazionale open source e una digitalizzazione della filiera.
Nel breve termine, quali saranno le sue prime mosse?
Siamo già dotati di portafoglio. Nel brevissimo periodo intendiamo continuare a sostenere il reddito degli operatori colpiti dalla crisi come abbiamo fatto con il primo Decreto Sostegni: 700 milioni per la Montagna, 900 milioni agli Stagionali, 100 milioni per le Fiere, una quota del Maxi Fondo da 200 milioni per le imprese, la ristorazione nei centri storici e per eventi privati, una quota dei 10 miliardi del Fondo perduto. Ci sarà presto un nuovo scostamento con nuove misure a favore del settore.
Il superbonus 110% verrà allargato anche agli immobili alberghieri? Oppure sono previste altre misure di incentivazione per la riqualificazione degli alberghi?
Tra le prossime misure previste ce ne sarà anche una per sostenere l’impegno finanziario degli imprenditori nella riqualificazione degli alberghi; abbiamo inserito un capitolo con qualcosa anche nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Ci sono delle attività che hanno bisogno di un avviso molto breve perché le puoi aprire dall’oggi al domani. altre, invece, a cui va detto per tempo, come ad esempio gli alberghi. È importante, quindi, guardare ai dati, monitorarli e riaprire il prima possibile. Dobbiamo programmare anche per essere più veloci rispetto agli altri Paesi competitor perché non sapere quando inizia la stagione estiva, significa non programmare le vacanze. Serve perciò una programmazione chiara e un monitoraggio costante della situazione pandemica.
Quali invece le iniziative strutturali che potranno avere un impatto nel medio-lungo periodo?
Nel medio lungo periodo, invece, la strategia del Governo prevede due linee di intervento: una finanza “ponte”, abbiamo allo studio misure già concordate e l’attivazione delle linee del Pnrr che ammontano a 2,4 miliardi diretti (di questi, poco più di 600 milioni attraverso sovvenzioni e quasi 1800 sotto forma di prestiti), come la trasformazione digitale del turismo, la digitalizzazione della filiera, una piattaforma nazionale open source, finanziamenti per il miglioramento degli standard ricettivi, efficientamento energetico, abbattimento delle barriere architettoniche. In più – come ho detto – ci sarà un nuovo scostamento di bilancio e nuove misure a sostegno del reddito degli operatori.
Pensa di fare una campagna di promozione dell’Italia all’estero?
È tra i nostri compiti ed obiettivi. Inoltre l’Italia è presidente di turno del G20: con la Presidenza del Consiglio ed il Ministero degli Esteri, infatti, stiamo coordinando iniziative per l’attrattività del prodotto Italia.
Gran parte dei fondi del Recovery Plan sono indirizzati alla sostenibilità. Questo avrà un impatto anche sul turismo?
Credo di aver già risposto nelle precedenti domande. Ci tengo però a sottolineare che si devono potenziare le strutture con finanziamenti per il miglioramento delle strutture ricettive. Riqualificare, ad esempio, l’offerta così da attrarre una domanda più ampia con interventi per valorizzare l’impronta ambientale e la maggiore sostenibilità dei servizi e delle infrastrutture.