Dopo Pasqua, sono scattati i booking negli alberghi italiani, con una sorpresa: sono tornati i turisti internazionali (assenti l’anno scorso). Però solo da fine agosto in poi. L’estate è ancora dei visitatori domestici.
di Vanna Assumma
I telefoni sono ‘caldi’, si rincorrono i click sui portali per prenotare gli alberghi italiani, e, nel momento in cui il giornale va in stampa, i booking degli hotel annoverano più richieste di quelle che sono state effettuate nello stesso periodo del 2020. A sorpresa, hanno ricominciato a prenotare gli stranieri, che invece erano praticamente assenti l’anno scorso, ma le loro scelte cadono nel periodo da fine agosto in poi. Niente estate. L’incertezza sulla possibilità di volare a livello intercontinentale porta il turista internazionale a dilazionare il periodo, nella convinzione che in autunno l’emergenza pandemica dovrebbe rientrare, e con essa anche la restrizione agli spostamenti. Permane dunque per le vacanze estive un turismo interno e di prossimità. Tendenza confermata anche da Federalberghi: “Gli Stati Uniti, mercato straniero più forte per noi assieme a Gran Bretagna e Germania, sta iniziando a prenotare ma per settembre e ottobre. Ciò significa che sarà un’estate dove la farà da padrone il mare, ma le città d’arte saranno ancora vuote dal momento che vivono soprattutto di turismo straniero”.
AMERICANI IN TESTA
Il fenomeno nuovo, comunque, è che quest’anno il turista straniero non frena il suo desiderio di viaggiare, stando a quanto emerge dalle prenotazioni effettuate fino a dopo Pasqua. Lo conferma Aldo Melpignano, proprietario e managing director del gruppo San Domenico Hotels, che comprende Borgo Egnazia e altre masserie 5 stelle in Puglia: ”Teoricamente faremo un’estate pazzesca! A fine febbraio ho avuto il 20% in più di prenotazioni rispetto allo stesso periodo del 2020, quando già si aspettava un anno record. Se si potrà viaggiare, quest’estate sarà la migliore estate della nostra storia”. Nonostante la stagione sia partita nel segno dell’incertezza, per la ritardata programmazione delle riaperture e la campagna vaccinale che ha stentato a decollare, i turisti hanno lo stesso ‘bussato’ alle porte degli hotel, anche dall’estero. “Abbiamo avuto prenotazioni soprattutto da americani – afferma Danilo Zucchetti, direttore generale di Villa d’Este Hotels – perché amano l’Italia e per loro rinunciare a un soggiorno sul lago di Como è difficile. Prediligono resort e ville private, per evitare situazioni di affollamento. Prevediamo per Villa d’Este nel mese di giugno un’occupazione del 40%, legata anche ad eventi privati e matrimoni, e per luglio attorno al 50%-55%, percentuali che si riducono del 30% rispetto all’occupazione registrata nel 2019, mentre per Villa La Massa siamo focalizzati maggiormente sul mercato europeo”. Zucchetti sottolinea anche le nuove tendenze legate a un turismo stanziale, cioè con meno tour e stop intermedi durante il viaggio, e all’allungamento del soggiorno, che prima era mediamente di 4 notti e adesso si amplia a una settimana. Del ritorno degli americani parla anche Ori Kafri, co-fondatore di J.K. Place, spiegando che i viaggiatori ‘a stelle e strisce’ sono molto fidelizzati all’Italia e infatti hanno prenotato quest’anno per il luxuty hotel di Capri: “Abbiamo già avuto un 50% di prenotazioni, in gran parte stranieri. In primis americani, ma anche inglesi, tedeschi e francesi. L’anno scorso, nel periodo subito dopo Pasqua, c’erano solo cancellazioni”.
L’ESTATE È DEGLI ITALIANI
Con gli stranieri ‘spostati in avanti’, l’alta stagione rimane quindi appannaggio degli italiani, come è avvenuto del resto nel 2020. Lo conferma Mattia Degennaro, figlio del fondatore di HO Hotels Collection e marketing director del gruppo che conta 5 strutture, di cui 4 in Puglia e una a Roma. Per quanto riguarda I Turchesi Club Village a Castellaneta Marina (Ta), Degennaro specifica che le prenotazioni dopo Pasqua hanno portato a un’occupazione per luglio e agosto tra il 25% e il 30%: “Di solito, in questo periodo registravamo già un’occupazione tra il 50% e il 60%, quindi siamo a un 50% in meno rispetto alla ‘normalità’. I Turchesi è focalizzato soprattutto sulla clientela locale, però devo dire che, per altre strutture del gruppo, come quella di Lecce che è maggiormente orientata ai turisti stranieri, siamo fiduciosi, anche se per ora ci si attende una presenza nei mesi autunnali. La sorpresa sono gli americani, che erano ormai dati per persi, invece, con la campagna vaccinale statunitense che sta proseguendo efficacemente, ci sono stati ritorni”. Degennaro aggiunge che coloro che prenotano chiedono molta flessibilità e la possibilità di cancellazioni last minute. Anche il leadtime, cioè il tempo che intercorre tra la prenotazione e l’arrivo del turista, si è accorciato enormemente, passando da 3-4 mesi a una decina di giorni. Fenomeno che fa sperare che, più avanti in stagione, ci possa essere un picco di prenotazioni a breve termine. Paolo Terrinoni, AD della divisione alberghiera del Gruppo Alpitour, a cui fa capo Voihotels, spiega che in periodo pre-covid si vendevano tra 2 e 2,2 milioni di euro a settimana: “Ad aprile eravamo attorno a 500mila – 600mila euro a settimana, cifra che riscontra comunque un maggiore fermento rispetto allo stesso periodo del 2020. Il mercato è prevalentemente italiano al momento attuale, infatti si prediligono maggiormente le destinazioni continentali piuttosto che quelle insulari, perché sono raggiungibili in macchina e ancora c’è una certa diffidenza nel prenotare aerei e navi”. Ciononostante, rombano i motori delle flotte in volo: Emirates riattiva da giugno il servizio tra Milano e New York, mentre le compagnie aeree low cost, hanno aggiunto nuovi aeromobili ampliando le rotte da e per l’Italia. L’irlandese Ryanair ha annunciato un investimento da 200 milioni di dollari per l’espansione nella sua base di Milano Malpensa a partire da questa estate, mentre la Sardegna è la destinazione prediletta per la britannica EasyJet e l’ungherese Wizz Air, e anche la low cost spagnola Volotea ha aperto una propria base su Olbia.