Dopo la falsa partenza dello scorso anno dovuta alla pandemia, Maxxi L’Aquila, la nuova sede del Maxxi Museo nazionale delle arti del XXI secolo, ha aperto finalmente le sue porte al pubblico con una grande mostra, un programma di visite gratuite su prenotazione e tante iniziative realizzate insieme alle istituzioni del territorio, tra cui incontri d’artista, attività educative, corsi di formazione, progetti di committenza.
L’arte contemporanea irrompe così negli spazi barocchi di Palazzo Ardinghelli, riportato al suo antico splendore dai tecnici del Ministero della Cultura grazie ai 7,2 milioni di euro donati dalla Federazione Russa, che ha contribuito al restauro dell’edificio settecentesco all’indomani del terremoto.
Simbolo della rinascita della città, Palazzo Ardinghelli torna dunque a vivere come nuovo polo del contemporaneo. Le risorse pubbliche per l’avvio del progetto ammontano complessivamente a 2 milioni di euro l’anno. Sono inoltre già avviate collaborazioni con partner privati, come Cassa Depositi e Prestiti BPER Banca.
“Siamo più di un progetto ‘per’ il territorio, siamo un progetto ‘con’ il territorio. Non una vetrina estranea alla città, alle forze sociali culturali e civili, ma un luogo d’incontro, di scambi e collaborazioni, uno spazio aperto a tutti – ha commentato Giovanna Melandri, presidente Fondazione Maxxi -. Siamo qui per lavorare con la ricchissima comunità artistica, culturale e scientifica dell’Abruzzo, per fare di questo museo un centro di ricerca che, come a Roma, tenga insieme arte, architettura, fotografia e tutti i linguaggi della creatività contemporanea, sperimentando in particolare modo le connessioni tra arte e scienza”.
La collaborazione con le istituzioni del territorio sarà alla base delle politiche culturali di Maxxi L’Aquila. Sono già stati avviati i primi progetti di residenza e committenza d’artista che prevedono, oltre alla produzione di nuove opere, incontri, laboratori, approfondimenti. Con il MunDA – Museo nazionale d’Abruzzo e la sua direttrice Maria Grazia Filetici sono stati avviati i progetti con i Masbedo e Claudia Pajewski che reinterpreteranno in chiave contemporanea alcuni elementi iconici del Castello Spagnolo dell’Aquila, sede storica del museo che progressivamente tornerà a ospitarlo. Con il Gran Sasso Science Institute e con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – Laboratorio del Gran Sasso è in corso la committenza fotografica ad Armin Linke.
Nella mostra inaugurale Punto di equilibrio. Pensiero spazio luce da Toyo Ito a Ettore Spalletti, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Margherita Guccione, otto nuove produzioni site specific dialogano con oltre 60 opere della collezione pubblica nazionale di arte architettura e fotografia del Maxxi e con gli spazi barocchi del Palazzo, dalla corte allo scalone, dalla cappella alle sale espositive del piano nobile.
Cuore dell’esposizione, le opere site-specific commissionate a Elisabetta Benassi, Daniela De Lorenzo, Alberto Garutti, Nunzio ed Ettore Spalletti che, insieme alle committenze fotografiche a Paolo Pellegrin e Stefano Cerio dedicate al territorio aquilano e al progetto dell’artista russa Anastasia Potemkina prodotto in collaborazione con la V-A- C Foundation di Mosca, abitano il palazzo. Queste opere interagiscono con i lavori di grandi protagonisti dell’arte, dell’architettura e della fotografia italiana e internazionale provenienti dalle collezioni del Maxxi, tra cui Alighiero Boetti, Monica Bonvicini, Maurizio Cattelan, William Kentridge, Maria Lai, Piero Manzoni, Liliana Moro, Maurizio Nannucci, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Allora & Calzadilla e Juan Muňoz, Yona Friedman, Superstudio e Toyo Ito, Iwan Baan e Gabriele Basilico, solo per citarne alcuni.