Una banca dati nazionale in cui confluiranno tutte le strutture ricettive d’Italia, alberghiere ed extra-alberghiere, ovvero una mappatura totale di quello che c’è nella Penisola, di come è strutturata l’ospitalità tricolore. Lo ha annunciato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia nel corso del ‘Forum in Masseria’ a Manduria, in provincia di Taranto, lo scorso lunedì 7 giugno.
Il progetto, che era già stato presentato in passato ma era ormai fermo da 10 anni, intende superare la mappatura che ad oggi è presente solo a livello regionale e anche in modo incompleto. La banca dati verrà realizzata in accordo con i grandi operatori tra cui Booking.com, ed è mirata a fare un po’ di ‘ordine’ nel settore, ad avere cioè dati uniformi “che ci permetteranno – ha sottolineato Garavaglia – di fare politiche più aggressive sul turismo”. Un progetto che permetterà anche di contrastare i fenomeni di abusivismo, aumentare i controlli, la sicurezza sanitaria, e migliorare l’offerta. Questo perché chiunque verrà in Italia, o un italiano che si sposta, si registrerà in un’unica banca dati, con la possibilità quindi di avere un tracciamento per la sicurezza da un punto vista sanitario e per i controlli di carattere fiscale, per contrastare appunto il fenomeno dell’abusivismo.
Avere tutte le strutture ricettive nello stesso contenitore, permette anche di fare offerte mirate: “Il 2021 è un anno di transizione – ha aggiunto il ministro – ma l’anno prossimo, quando si ripartirà al 100%, avremo il turismo massivo concentrato nel tempo e nello spazio. Avere una mappatura di come è distribuita l’offerta consente di superare a livello geografico e temporale il fenomeno del sovraffollamento, facendo appunto offerte mirate per distribuire i flussi durante l’anno. La gestione del dato è nazionale, non ci preoccupa il rapporto con le Regioni”.
Garavaglia ha aggiunto che l’istituzione del ministero del Turismo ha messo ordine a un settore le cui competenze sono molto frammentate tra ministeri, perché coinvolge la cultura, le attività produttive, le infrastrutture, e anche frammentate tra Stato e Regioni. “La promozione dell’Italia nel mondo – ha osservato – deve essere unitaria e non va fatta a livello regionale. Questo approccio lo abbiamo già condiviso con le Regioni, e solo una volta affermato il brand Italia, ci si dovrà organizzare per distribuire i flussi turistici”.
“Per questa stagione – ha commentato nel corso dell’evento Marina Lalli, presidente di Federturismo – ci aspettiamo di raggiungere il 55% del giro d’affari realizzato dal settore nel 2019, perché i primi 5 mesi sono stati fermi e anche i grandi eventi non sono partiti”.