Le aspettative per il turismo dell’era di Mario Draghi sono alte. L’attuale presidente del Consiglio è stato uno dei pochi, nella storia degli ultimi vent’anni della Repubblica italiana, a parlare a più riprese, durante le conferenze stampa e i discorsi istituzionali, dell’importanza del settore ospitalità per l’economia italiana. “Investire sul turismo ripaga”, è una delle sue affermazioni, “perché è un settore che non morirà mai e ripartirà sicuramente perché l’Italia ha una vocazione turistica”. La sua attenzione al comparto l’ha dimostrata nei fatti con l’istituzione di un ministero ad hoc, dotato di portafoglio e affidato a Massimo Garavaglia, e successivamente con l’introduzione di finanziamenti dedicati nel recovery plan. Per il turismo si parla nel Pnrr di 2,4 miliardi diretti, di cui 1,8 miliardi per l’efficientamento degli immobili dedicati all’accoglienza e per il miglioramento degli standard ricettivi.
Una cifra importante, che tuttavia, da sola, rischia di essere insufficiente per un parco alberghi italiano di oltre 32mila strutture di cui il 60% ha più di 30 anni. Il fatto è che il sistema tricolore dell’ospitalità è composto da una miriade di micro imprese, che, proprio per le loro dimensioni, non hanno potuto investire a sufficienza negli ultimi 20 anni per mantenere la competitività sul mercato. Questi piccoli (e vetusti) hotel necessitano di opere di ristrutturazione e di ammodernamento per raggiungere gli standard di servizio che ormai sono richiesti dai turisti a livello internazionale.
Buone notizie però stanno arrivando dal dicastero del Turismo. Oltre a un Superbonus 80% per le strutture ricettive, che verrà finanziato con i fondi del Recovery Plan, è in via di realizzazione un nuovo pacchetto di aiuti governativi per gli alberghi. Si pensa di riservare per il turismo una sezione speciale del Fondo di Garanzia per le imprese, nonché un meccanismo di tax credit 65% per gli interventi già eseguiti sugli immobili.
La verità è che la riqualificazione del patrimonio alberghiero italiano è improcrastinabile e necessita di un supporto finanziario considerevole. Si spera che l’era-Draghi, su cui il turismo ha posto così tante aspettative, riesca a far partire i cantieri con ritmi davvero serrati. L’obiettivo dovrebbe essere quello di avere tra 5 anni un livello di strutture ricettive finalmente alla pari con quelle dei principali mercati internazionali del turismo di lusso.