Non è più tempo di ‘pienoni’. La Design Week che si sta svolgendo in presenza a Milano in questi giorni (dal 5 al 10 settembre 2021), non sarà l’evento di grande richiamo internazionale a cui si è abituati. Lo si evince dalle presenze e dalle prenotazioni alberghiere nel capoluogo lombardo in vista del Supersalone (così è stata ribattezzata la manifestazione dell’arredo) , che però, va detto, cambiano di giorno in giorno, dato che gli operatori si muovono last minute approfittando dell’estrema disponibilità di aerei e di alberghi. Proprio in questi giorni, sono aumentate le prenotazioni negli hotel mediamente del 5% e coinvolgono anche alcuni americani che, precedentemente, erano dati per ‘disertori’. Si tratta comunque di numeri ancora molto bassi.
Per quanto riguarda l’Hotel Principe di Savoia, si prevede in conclusione della settimana un numero di presenze inferiore del 60%-70% rispetto all’ultima Design Week, con stime di occupazione nel periodo considerato che oscillano tra il 50% e il 60%, ma sono comprensive però anche di altri clienti, oltre agli operatori del settore. “Io sono felice che Milano e la fiera siano riusciti a mantenere il salone nella città – afferma il general manager Ezio Indiani – ma indubbiamente l’occupazione non è comparabile con quella del 2019. Il motivo è legato al fatto che gli espositori sono pochi, meno di quelli abituali, e di conseguenza non invitano architetti, designer e giornalisti, anzi molti preferiscono partecipare attraverso la piattaforma online della fiera. A questo si aggiungono le restrizioni internazionali ai viaggi, che demotivano gli operatori a spostarsi oltreconfine”.
Marco Gilardi, operations director NH Hotel Group Italia e Usa ricorda che la Design Week è sempre stato l’evento più importante di Milano, più della moda, più di qualsiasi altro congresso: “È sempre stato l’evento di riferimento per la città – sottolinea – e noi apprezziamo che sia tornato quest’anno, ma l’edizione successiva è prevista nell’aprile 2022. Sono troppo vicini, e questa tempistica ha cannibalizzato le presenze. Negli anni ‘normali’ noi facevamo il 100% delle presenze durante il Salone del Mobile, e non solo sulla piazza di Milano. Occupavamo anche i nostri hotel a Bergamo, a Lecco, fino a Torino, tutti con prezzi medi molto alti. Ora prevediamo tra il 15% e il 20% di presenze di operatori del settore la prossima settimana nei nostri 12 alberghi di Milano, che insieme agli altri clienti porteranno l’occupazione degli hotel attorno al 60 per cento”.
Per dare un’idea – conclude Gilardi – il nostro albergo davanti alla fiera di Rho era prenotato addirittura un anno in anticipo rispetto alla Design Week. Oggi, invece, a ridosso dell’inizio della settimana dell’arredo, ho ancora tanti posti liberi”.
Che il Supersalone sia un po’ sottotono in fatto di affluenza lo afferma anche Manuela Miraudo, events & communication manager di Blu Hotels: “Quest’edizione non è più l’evento dell’anno per la città. Abbiamo iniziato solo settimana scorsa ad avere un po’ di prenotazioni, ma i prezzi non sono più quelli del 2019. Il nostro hotel 4 stelle Savona 18 Suites, in via Savona, quindi in una location centrale per il design, allora faceva prezzi tra 750 euro e 800 euro a camera a notte. Quest’anno è sceso tra 450 euro e 500 euro a camera a notte”.
Miraudo ritiene che anche il periodo scelto non sia azzeccato: “Siamo troppo a ridosso dell’agosto – osserva – e a ottobre inizierà Expo Dubai, evento che potrebbe spingere i viaggiatori a rinunciare alla partecipazione al salone milanese. Devo dire che, quest’anno, sta andando molto meglio la moda: abbiamo già diverse prenotazioni per la prossima fashion week. In ogni caso, qualcosa si sta muovendo e penso che, anche se con numeri ancora esigui, per la Design Week milanese si sta verificando una sorta di rinascita”.