La differenza di tariffe tra hotel italiani e stranieri della stessa categoria ha quasi dell’incredibile, ed è soprattutto motivata dagli standard di servizio che, nel caso di molti hotel tricolori, non uguagliano i livelli di qualità offerti dai brand internazionali, ma il differenziale è così elevato che offre agli italiani molti margini di intervento. Ne ha parlato Paolo Barletta, CEO di Arsenale, a margine dell’incontro Luxury Hospitality Conference, organizzato da Teamwork Hospitality a Milano: “In estate, le tariffe di hotel come Rosewood Castiglion del Bosco e Splendido Portofino si aggirano attorno a 2.500 euro (Adr) a camera per notte. Gli hotel 5 stelle lusso italiani hanno tariffe Adr attorno a 1.000 euro, sono pochi quelli che arrivano a 1.500 euro Adr”. Un gap elevato, considerando che in alcuni casi gli standard di servizio tricolore non sono da meno rispetto a quelli delle catene straniere.
Nel corso dell’evento, Aldo Melpignano, owner di Borgo Egnazia e San Domenico Hotels, nonché vice president Altagamma, ha aggiunto che sussiste un gap tariffario molto importante tra le destinazioni montane italiane e quelle di altri Paesi, in particolare della Francia e della Svizzera. Non mancano tentativi di colmare, seppur parzialmente, questo gap con scelte ‘coraggiose’, come ha annunciato Lorenzo Giannuzzi, AD e DG di Forte Village: “Quest’anno ho deciso di aumentare i prezzi delle camere, perché così potranno essere meglio adeguati ai servizi e alla qualità che offriamo”.
Del resto, c’è una pressione fortissima sui costi negli alberghi, perché si stanno alzando i prezzi delle forniture, in seguito all’aumento globale del costo delle materie prime. “Le tariffe andrebbero ritoccate verso l’alto – ha confermato Licino Garavaglia, general manager Aman Hotels & Resort Venice – e già è cresciuta quest’estate la tariffa media per camera. Il motivo è che i soggiorni si sono allungati, i clienti stanno più giorni rispetto a prima e chiedono camere più spaziose. Vogliono ricreare la propria casa nell’albergo”.
Sull’aumento dei costi si è espressa anche Andrea Orbetello, GM di Four Seasons Hotel Milano: “Abbiamo avuto un incremento dei costi per camera tra il +5% e il +6%, in seguito all’implementazione di tutte le procedure e i protocolli per la sicurezza”. Fenomeno confermato da Ezio Indiani, general manger di Hotel Principe di Savoia Milano: “Le spese sono incrementate soprattutto nell’housekeeping in seguito alla sanificazione delle stanze, che viene fatta più volte al giorno, così come quella delle aree pubbliche. E’ aumentato anche il numero delle hostess in albergo per effettuare il controllo del green pass. Va detto però che, allo stesso tempo, è salito il ricavo medio, circa del 20% rispetto a prima”.