C’era silenzio venerdì scorso alle 11.30 tra gli stand della fiera Ttg di Rimini, in attesa che partisse la presentazione, in diretta web, della ‘nuova’ Alitalia. E non poteva essere altrimenti, visto che nei padiglioni della fiera romagnola erano riuniti gli esponenti di spicco dell’industria italiana del turismo. Davanti a loro è decollata per la prima volta Ita Airways, questo il nome scelto per l’ennesima rifondazione della compagnia di bandiera italiana. Primo focus sui costi: il nuovo vettore entro i prossimi tre anni potrà beneficiare, in termini di finanziamenti statali, al massimo di 1,35 miliardi di euro. Poi finalmente, viste le vicissitudini economiche della ‘vecchia’ Alitalia, dovrà camminare con le sue gambe e non più con quelle dei contribuenti. Da un punto di vista finanziario infatti il piano strategico della nuova compagnia prevede il raggiungimento del break even operativo nella prima metà del 2023.
“La partenza di oggi – spiega il CEO di Ita, Fabio Lazzerini – vede la compagnia operare come una ‘start up’, con una flotta di 52 aerei che diventeranno 78 l’anno prossimo. Ma per il momento questi 52 aerei sono quelli necessari per servire al meglio il nostro network attuale. Del quale fanno parte 44 destinazioni che saliranno a 74 entro il 2025”. Dal punto di vista strategico poi la squadra di Ita Airways è ora composta da 2.800 dipendenti, 1.550 dei quali sono personale navigante e 1.250 staff. Circa il 30% delle assunzioni è stato fatto dal mercato e il 70% da Alitalia. Secondo quanto rivelato dal management poi, nel 2022 il personale della parte aviation crescerà di 1.000 unità per arrivare quindi a 5.750 persone nel 2025.
Intanto bisogna prendere confidenza con il nuovo nome e il nuovo aspetto della compagnia. “Quando arriveranno i nuovi jet che sono già stati ordinati da Airbus – aggiunge Fabio Lazzerini – avranno la nuova livrea tutta azzurra e le ali bianche, il logo Ita Airways in oro bianco e un tricolore sulla coda. Nel brand abbiamo voluto combinare un po’ di passato con un’apertura al futuro: lo stesso nuovo nome guarda avanti, guarda al futuro”. Una logica di marketing per non disperdere un valore storico, la stessa che ha portato Ita a rilevare, per 90 milioni di euro, anche il vecchio marchio Alitalia. “Secondo noi – spiega il presidente di Ita Alfredo Altavilla – lo storico brand non poteva appartenere a nessun altro che alla nuova compagnia di bandiera. È un marchio importante e che si porta dietro una storia che è una storia di persone che noi volevamo rispettare e far evolvere”.
Ovviamente poi c’era in ballo anche una questione industriale: il brand acquisito infatti consente a Ita una transizione commerciale più ordinata verso le nuove livree e i nuovi simboli, essendo questa un’operazione che durerà dei mesi. Tanto è vero che sono stati acquisiti anche i domini dei siti web di Alitalia in modo che per i consumatori sarà più facile gestire il passaggio da un vettore all’altro. E così nessun competitor potrà sfruttare a proprio vantaggio il nome storico. “Se avessimo perso la gara del marchio avrebbe comportato degli extra costi molto importanti – continua Altavilla –. Oltre a ciò lo abbiamo comprato perché vogliamo tenerlo come patrimonio potenzialmente utilizzabile per iniziative di marketing. Terzo motivo perché dovevamo essere partecipi attivamente di un’operazione di sistema che mirava anche ad assicurare che la trattativa per il trasferimento degli asset aviation si potesse compiere senza problemi di disruption legate alla solvibilità dell’amministrazione straordinaria”.