L’ultimo report di World Travel & Tourism Council non lascia spazio a dubbi. I viaggi, per lo meno nell’intenzione, dovrebbero riprendere. Secondo il report, le prenotazioni di viaggi intra-europei per il periodo pasquale di quest’anno sono balzati del 250% rispetto al 2021, mentre al momento attuale i booking per la prossima estate sono già a +80% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In confronto al periodo pre-pandemia, le prenotazioni per Pasqua risultano inferiori del 39%, mentre quelle per l’estate sono sotto del 45%, sempre rispetto al 2019. I dati sono stati forniti durante la fiera che si è svolta a Madrid in questi giorni, Fitur, che ha chiuso i battenti domenica 23 gennaio.
Julia Simpson, presidente e CEO di Wttc, ha sottolineato che Omicron ha bloccato i viaggi all’inizio del 2022, ma non appena si è diffusa la notizia che il picco dell’infezione fosse vicino e che i sintomi della malattia da Covid rimanevano lievi, le prenotazioni hanno ripreso a correre. “I problemi si verificano – ha aggiunto – quando i Governi reagiscono con nuove restrizioni di viaggio. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che la chiusura delle frontiere è inutile quando Omicron è già diffuso nei vari Paesi. Chiediamo ai governi di ridurre tutte le restrizioni di viaggio e consentire ai viaggiatori completamente vaccinati di circolare liberamente”.
Il report sottolinea che, grazie all’allentamento delle restrizioni nei viaggi adottato in alcuni Paesi europei, le prime indicazioni mostrano che la ripresa sta prendendo slancio e potrebbe avvicinarsi ai livelli del 2019 mentre ci dirigiamo verso l’estate.
La Spagna dovrebbe diventare la destinazione più richiesta dai viaggiatori europei, con arrivi in aumento del 320% (anno su anno) durante il primo trimestre del 2022, seguita dalla Turchia.
Nel 2019, il settore mondiale del turismo aveva contribuito all’economia con quasi 9,2 trilioni di dollari, rappresentando il 10,6% di tutti i posti di lavoro con oltre 334 milioni addetti. nel 2020, il blocco dei viaggi dovuto alla pandemia globale, ha determinato la perdita di 62 milioni di posti di lavoro, e il contributo del comparto al Pil globale è diminuito di 4,5 trilioni di dollari.