C’è un clima di attesa tra gli operatori dell’hotellerie italiana. Ed è l’attesa di un auspicato accordo tra Russia e Ucraina, una conciliazione che, oltre a porre fine al dramma umano del conflitto in corso, permetterà anche di evitare pesanti ricadute sul turismo italiano. Alcuni alberghi contattati da Pambianco Hotellerie hanno già risentito di disdette da parte dei turisti americani ma soprattutto di un ‘fermo’ del pick-up, cioè non entrano nuove prenotazioni. Non è facile dire se lo stop attuale sia dovuto al conflitto bellico o al fatto che le prenotazioni siano sempre più last minute, ma è comunque un fenomeno che è oggi presente. Alcuni albergatori si avventurano nell’ipotesi che gli americani non arriveranno in Italia in quanto considerano quest’ultima non così distante dall’Ucraina, e comunque entrambe parte dell’Europa, che sarà quindi off limit per i loro viaggi.
Il turismo russo invece è già considerato ‘perso’: i movimenti dei cittadini del Paese in guerra sono già paralizzati dalla situazione interna, a cui si sono aggiunte la recente decisione dell’Ue di chiudere lo spazio aereo alla Russia, e la risposta del vettore dell’ex Urss Aeroflot che ha sospeso tutti i voli verso l’Europa e alcuni verso gli Stati Uniti.
“Sarà il turismo nelle città e sui laghi – osserva Fabio Primerano, coordinatore del settore Alberghi di Confcommercio Lombardia – a rischiare una ulteriore frenata. I russi e le aree dell’Europa dell’Est rappresentano un mercato in forte crescita per la nostra regione, non solo in termini di presenza, ma soprattutto in capacità di spesa. Questo significa, anche in vista della bella stagione, rallentare ancora una volta la ripresa del turismo senza considerare che l’aumento dei prezzi di tutte le materie prime e in particolare l’impennata dei costi energetici, costringerà gli imprenditori ad ulteriori sacrifici”.
L’Ufficio studi di Confcommercio Milano ha dichiarato che i turisti russi sotto la Madonnina erano in crescita costante negli anni pre-Covid, e sono stati oltre 185 mila nel 2019. Lo scontrino medio di un visitatore russo nei negozi milanesi è di 2.000 euro.
Gli effetti si sentiranno già nella primavera, secondo Assoturismo Confesercenti: “Il 24 aprile cade la Pasqua ortodossa, che solitamente genera in Italia 175mila pernottamenti di turisti russi e quasi 20 milioni di euro di fatturato per le attività ricettive. Presenze che, probabilmente, non si concretizzeranno”.
Si tratta di un’altra tegola che cade, dopo la pandemia, su un settore che si stava lentamente riprendendo grazie all’ordinanza del ministro Roberto Speranza che è entrata in vigore ieri, martedì 1 marzo 2022, e che elimina per i movimenti turistici la divisione dei Paesi in liste dalla A alla E. Per l’ingresso in Italia è infatti sufficiente il green pass base senza alcun obbligo di quarantena sia per i turisti stranieri sia per gli italiani di ritorno dai Paesi non Schengen.