Innalzamento al 25% del credito di imposta previsto per l’acquisto di energia elettrica, analogamente a quanto stabilito per le imprese energivore. È quanto è stato chiesto al Governo da Confindustria Alberghi e da Assosistema Confindustria durante una conferenza stampa alla Camera dei Deputati su iniziativa dell’onorevole Maria Teresa Baldini (Italia Viva).
Le due associazioni hanno espresso preoccupazione per la situazione drammatica che il settore alberghiero e uno tra i suoi principali fornitori, quello dei servizi di lavanderia industriale, stanno vivendo, a seguito dell’incontrollato aumento dei prezzi dell’energia, del gas e delle materie prime, aggravato dal recente conflitto in Ucraina. Di conseguenza, oltre all’aumento del credito d’imposta, è stata chiesta la proroga immediata di un ulteriore trimestre dei crediti di imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas, dell’Iva agevolata per l’acquisto di gas e delle misure di azzeramento/riduzione degli oneri di sistema. Inoltre, maggiorazioni sui crediti di imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas nel caso di imprese che hanno perdite di fatturato nel secondo trimestre 2021 superiori al 50% rispetto l’analogo periodo 2019.
Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi, ha illustrato lo scenario del settore: “Il turismo nel 2019 rappresentava il 14,9% della forza lavoro del Paese e secondo Istat, nel solo comparto ricettivo, gli occupati erano circa 300mila. Lo stop delle attività ha arrestato i flussi turistici che, prima della crisi pandemica, registravano dalla Ue oltre 24,5 milioni di arrivi con 82 milioni di presenze (pernottamenti), e dall’extra Ue 23 milioni di arrivi e 58,3 milioni di presenze. Un duro colpo che si è tradotto per molte realtà, con particolare riferimento a quelle delle città d’arte, in una perdita di fatturato dell’80%. Il 2022 si era aperto con la possibilità di tornare ad operare sul mercato ma il dramma della guerra ha scatenato una “tempesta perfetta” colpendo l’economia del Paese e il settore alberghiero”. Una situazione già difficile – continua la presidente – su cui si sta scaricando l’aumento esponenziale dell’energia che ha fatto lievitare i costi per le imprese in misura insostenibile tanto più in un quadro caratterizzato da una bassissima occupazione e che anche per questo motivo non può gravare sull’utente finale. Gli alberghi, che affrontano ancora perdite ingenti di fatturato, per definizione non rientrano nella categoria delle imprese energivore ma nella pratica vedono il costo delle bollette tra le voci più rilevanti del bilancio”.
Colaiacovo ha spiegato che nel corso del 2021 la sola componente di gas ha registrato un incremento del costo di quasi il 400%, a fronte di una contrazione del fatturato, che in particolare nelle città d’arte particolarmente colpite dalla crisi, è andata ben oltre il 60%. “La quota di fatturato – ha aggiunto – che sarà assorbita dalla componente energetica, secondo le nostre stime, salirà dal 5,2% del 2019 al 20% (+285%)”.
Il caro energia pesa su tutta la filiera, come ha illustrato Il vice presidente di Assosistema Confindustria, Marco Marchetti: “Le nostre industrie che forniscono un servizio essenziale e indifferibile, quale il noleggio e la sanificazione della biancheria per le strutture alberghiere, garantendo qualità e sicurezza igienica– continua Marchetti – non riescono più a sostenere i rincari delle bollette di gas ed energia ed i costi delle materie prime. I numeri parlano chiaro: sono circa 30.000 mila i lavoratori (di cui il 65% donne) a rischio. La situazione diventa decisamente drammatica se si considerano i valori del 2019 rispetto ai quali, nelle rilevazioni di energia e gas si registrano aumenti, rispettivamente, del +500% e, addirittura, del +800% per il gas (8 volte il corrispettivo del 2019), con una ricaduta del +38% circa sui costi complessivi di servizio di una lavanderia industriale. Basti considerare che una media impresa che opera nel settore alberghiero nei primi tre mesi del 2022 per il solo gas ha avuto un incremento di costi di 300mi la euro rispetto al 2019”.