Un piano di sviluppo esponenziale quello di Ag Group, società che si occupa di tour operating per la fascia medio-alta, di consulenza per strutture terze (attività di management, di revenue e di commercializzazione) e di hospitality. Il balzo è notevole considerato che la divisione Hospitality del gruppo capitanato da Andrea Girolami, a cui fanno capo sette alberghi a Roma e Il Tornabuoni a Firenze, stima di chiudere il 2022 con ricavi attorno a 30 milioni di euro e di accelerare in cinque anni fino a raggiungere un fatturato di 190 milioni.
L’attuale esercizio fiscale, dunque, non si chiuderà con risultati brillanti secondo le previsioni del presidente della società, che infatti precisa: “Stiamo lavorando per il futuro”. A Roma e a Firenze, il mercato ha ripreso ma sconta perdite importanti: “Il primo trimestre è stato sostanzialmente fermo per le città d’arte – sottolinea Girolami – e l’incognita rimane anche per i mesi di novembre e dicembre quando si potrebbe assistere a una recrudescenza del virus. L’estate sarà positiva ma non basterà a recuperare le perdite. Gli americani sono tornati ma non con gli stessi volumi del periodo pre-Covid, e mancano i mercati altospendenti come quelli asiatico, russo, e anche sudamericano, in particolare i brasiliani che sono riconosciuti per l’alto livello di spesa e che ancora lesinano i loro viaggi. Ciò detto, il mercato europeo ci sta dando contributi importanti, e soprattutto i viaggiatori del Regno Unito”.
Il recupero dell’estate è importante ma non così significativo per le città d’arte, nelle quali l’alta stagione è nei mesi maggio-giugno e settembre-ottobre. “Oggi tornare agli utili è una chimera – prosegue l’imprenditore – perché il caro energia ha fatto ‘impazzire’ i prezzi che non sono stati recuperati con l’aumento delle tariffe. Queste ultime infatti sono cresciute nell’ordine del 5%-10%. Oltre alle problematiche legate alla situazione sanitaria e geopolitica, l’aumento dell’inflazione e delle materie prime sta logorando ulteriormente la marginalità delle strutture”.
Considerando il 2022 un anno di ‘passaggio’, l’impegno di Ag Group va verso lo sviluppo di due segmenti, l’upper upscale e il lusso. Nel primo segmento, che comprende 4 stelle boutique, sono previste nei prossimi anni aperture in città d’arte come Milano e Firenze. “In questo comparto – spiega Girolami – manca uno standing elevato. Noi offriamo servizi superiori alla media del mercato 4 stelle, sia per quanto riguarda le dimensioni delle camere, sia per la tecnologia. Prestiamo anche attenzione alla ‘filosofia del sonno’, proponendo materassi alti 34 centimetri, contro una media che va dai 23 ai 30 centimetri, e cuscini in memory foam. Il frigo bar inoltre offre una selezione di vini importanti”.
Per quanto riguarda il segmento lusso, Ag Group prevede di aprire un hotel in via delle Botteghe Oscure a Roma, nel noto palazzo che ospitava storicamente la sede del Pci, e altri opening sono allo studio in località ad alta vocazione turistica. tra cui Puglia, Sicilia, Lago di Como, Liguria e Toscana. La società, che è nata nel 2019 da uno spin-off di un’altra realtà che contava 17 hotel, ha aperto recentemente il Tornabuoni a Firenze che è entrato a far parte della collezione The Unbound Collection by Hyatt.
Realizzato dell’interior designer Andrea Auletta, il cui studio si è occupato della progettazione dell’albergo in tutti i suoi elementi, da quelli distributivi fino ai dettagli arredativi, Il Tornabuoni è dotato di 62 camere con tre offerte diverse di ristorazione. Nelle parti comuni del piano terra la pietra serena e il cuoio delle sedute rievocano l’atmosfera fiorentina dei palazzi signorili, senza tradire così l’originale struttura dell’edificio, affacciato sulla via dello shopping della città, a pochi passi dall’Arno e da Ponte Vecchio.
Le camere sono proposte in armonie di colori diversi su ogni piano: arancio, pavone, grigio, blu e giallo conferiscono una nota di personalità a ogni camera, mentre i bagni richiamano suggestioni di terme antiche. Elemento innovativo sono i ‘dischi’ con animali disegnati a mano, scimmie, farfalle e scarabei, che sono posizionati in tutti gli ambienti e conferiscono un imprinting ludico e ironico. “Ho voluto rispettare le architetture dell’edifico risalente al XIV-XV secolo – afferma Auletta – contaminandolo con la mia personale visione che cerca di sdrammatizzare la classicità, pur rispettandola. Gli animali infatti sono elementi decorativi presenti in tanti palazzi rinascimentali fiorentini”.