Nonostante gli effetti causati dalle restrizioni al turismo durante la pandemia, il mercato hospitality in Italia si è dimostrato resiliente: nel 2021, infatti, il valore del patrimonio alberghiero nella Penisola ammonta a 116,3 miliardi di euro, ovvero -1,5% rispetto al periodo pre-pandemico. Il dato è emerso dal nuovo Rapporto sul Patrimonio Immobiliare Alberghiero, realizzato dal dipartimento di ricerca di Wcg – World Capital Group insieme a Pkf Hotelexperts Hospitality Group, in collaborazione con Nomisma, Rics, Associazione Italiana Confindustria Alberghi e Federalberghi Roma.
Per quanto riguarda la top 10 delle città, è Roma, con un patrimonio immobiliare alberghiero di 12,8 miliardi di euro, a posizionarsi al primo posto. Seguono Milano con un valore stimato di 7 miliardi, Venezia con 6 miliardi e Firenze con 3,4 miliardi. il segmento città registra un valore pari a 36 miliardi, in piena stabilità rispetto al periodo pre pandemia.
Spostandoci sul cluster mare, quest’ultimo ha un valore pari a 17,7 miliardi, in lieve diminuzione rispetto al 2020 (-5,3%). Tra le località di mare analizzate è la Campania a posizionarsi al primo posto della top 10 del cluster per le strutture ricettive 4 e 5 stelle.
Invece, il cluster montagna registra un valore totale pari a 3 miliardi ed è in forte diminuzione rispetto al periodo pre-pandemia (-19%). si tratta del cluster che più ha sofferto le chiusure imposte dalle disposizioni normative, prevalentemente concentrate nei periodi in cui tale prodotto ricettivo sarebbe stato maggiormente richiesto.
Focalizzandoci sui canoni di locazione, dai dati, rielaborati dal dipartimento di ricerca di Wcg– World Capital Group, emerge che il valore immobiliare medio degli hotel di lusso con almeno 200 stanze è più alto a Venezia ed è pari a 59 euro a metro quadrato, mentre quello degli hotel di lusso con più di 200 stanze è più alto nella città di Milano ed è pari a 36 euro a metro quadrato.
Per quanto riguarda invece le nuove aperture, sottolinea la ricerca che l’interesse nel comparto alberghiero italiano resta molto alto. La strategia adottata dagli investitori è quella di approfittare di questo periodo di transizione per ristrutturare e rinnovare le strutture esistenti e creare nuovi prodotti. Al momento sono in corso 819 attività di ristrutturazione e nuova costruzione, di cui il 65% sarà ultimato entro la fine del 2022. Di queste attività il 71% è costituita da attività di nuova costruzione.