Cambia la classifica dei gruppi alberghieri italiani nel 2021, che rimane ancora distante dalla ‘gerarchia’ del 2019. In generale, i ricavi accelerano sul 2020, ma il gap rispetto al periodo pre-covid è ancora ampio. Lo evidenzia lo studio Pambianco sui fatturati 2021 dei protagonisti dell’hotellerie tricolore.
Il secondo anno di pandemia ha dato una sferzata ai protagonisti dell’hotellerie italiana, che sono cresciuti rispetto al 2020 e hanno anche cambiato la loro ‘gerarchia’ nella top ten. Il gap sul 2019 però è ancora alto e mostra un calo, in media, di quasi il 40% nei primi dieci gruppi analizzati. Lo si evince guardando il ranking delle aziende alberghiere tricolori per fatturato 2021, che è stato elaborato da Pambianco con la differenza percentuale sull’anno pre-Covid (i dati sono stati confrontati sulla base della voce A1 dei bilanci, che sono stati raccolti dalla Camera di Commercio e, per l’anno 2021, direttamente dalle aziende). Risultato: un saliscendi tra gli attori in gioco, che tratteggia un quadro di ‘gerarchie’ ancora molto differente da quello ante crisi. Il podio cambia nel 2021 rispetto al 2020, mantenendo inalterata solo la pole position, dove si conferma la divisione alberghiera del gruppo Alpitour. Invece, sale al secondo gradino Starhotels, con un fatturato in crescita del 72% mentre entra per la prima volta sul podio Sardegna Resorts, che era sesta nel ranking del 2020. La società di Smeralda Holding che gestisce le attività alberghiere ha fatto un balzo in avanti del 144% totalizzando 73 milioni di euro di fatturato nel 2021. Continuando ad analizzare la classifica, anche Bluserena accelera e passa dalla quinta alla quarta posizione, mentre Gruppo Una e Hotelturist frenano, scendendo nel ranking. Entra nella top ten per la prima volta Villa d’Este, che accelera del 160% a 35 milioni di fatturato. Per quanto riguarda il confronto sul 2019, è evidente la discrepanza rispetto alla classifica di allora, capitanata da Starhotels che batteva di gran lunga il secondo del podio, Gruppo Una. Entrambe queste due realtà hanno avuto un forte contraccolpo in questi anni di pandemia, trovandosi nel 2021 a essere i gruppi più indietro nel recupero dei valori 2019 (Starhotels a -65% e Gruppo Una a -48%).
OPENING E INVESTIMENTI
La necessità di recuperare volumi comunque sta facendo marciare ‘le macchine’ e già l’anno scorso i gruppi alberghieri hanno effettuato investimenti e restyling delle strutture. Voihotels, ad esempio, ha puntato sul riposizionamento verso l’alto di gamma, con il rebrandig della collezione LifestyleVoihotels, che identificava strutture di charme, è che è diventata V Retreats, collezione rivolta al segmento luxury del mercato italiano e internazionale. Starhotels ha arricchito il portfolio (grazie a un accordo di affitto) dell’Hotel Gabrielli a Venezia, e ha cominciato a investire sul business ‘appartamenti’. Dopo l’inaugurazione sotto la Madonnina dei Duomo Luxury Apartments by Rosa Grand Milano, con il concept dei serviced apartments di lusso, il gruppo capitanato da Elisabetta Fabri aprirà 150 appartamenti a Firenze con Hines e Blue Noble. Il trend è seguito anche dal Gruppo Una, che ha dato il benvenuto nel proprio portfolio a Torre GalFa Milano Luxury Apartments, Repubblica Firenze Luxury Apartments, Ricasoli Firenze Luxury Apartments e Luxury Villa Manin Viareggio.
L’hotellerie è al centro anche di operazioni M&A. Bluserena infatti è stata acquistata (alla fine del 2021) dal fondo spagnolo di private equity Azora, mentre Aeroviaggi ha siglato un accordo strategico con Hotel Investment Partners, proprietario di resort nel Sud Europa controllato da fondi di investimento gestiti da Blackstone. L’accordo prevede la creazione di una newco in joint venture, Insulae, nella quale la famiglia Mangia mantiene la gestione delle strutture alberghiere, cioè 6 dei 13 resort situati in Sicilia e Sardegna, e una partecipazione azionaria al 25%, mentre il restante 75% è in mano a Hip.