Il chairman del gruppo inglese adora il Belpaese e punta a nuove aperture (tra cui Firenze). Rileva anche il gap delle infrastrutture: “Alcuni aeroporti sono da Terzo Mondo”.
Ha il cognome italiano che ‘fa rima’ con ospitalità, anche se la sua formazione è anglosassone. Ma non importa, perché è l’Italia secondo lui la vera ‘mecca’ del turismo, “la destinazione di vacanza più bella al mondo”. E infatti, da quando è stata fondata nel 1996, la sua Rocco Forte Hotels non perde occasione per investire e per aprire strutture di pregio proprio lungo la Penisola. Questo perché fin da bambino Sir Rocco Forte respira aria di hotellerie, crescendo nella compagnia alberghiera fondata dal padre Charles, la Trusthouse Forte, della quale nel 1982, diventa CEO. Quando l’azienda passa di mano non si rassegna e con Rocco Forte Hotels riparte ancora più motivato: perché, spiega, “un lavoro nel settore alberghiero è un lavoro per la vita”. Così, dopo 25 anni, la sua catena comprende una quindicina di strutture di lusso – The Balmoral a Edimburgo, Brown’s Hotel a Londra, Hotel Amigo a Bruxelles, Hotel de Rome a Berlino, The Charles Hotel a Monaco di Baviera, Hotel Astoria a San Pietroburgo, Hotel Savoy a Firenze, Hotel de Russie, Hotel de La Ville e Rocco Forte House a Roma, Masseria Torre Maizza in Puglia, Villa Igiea a Palermo, Verdura Resort e Rocco Forte Private Villas a Sciacca in Sicilia – ma soprattutto continua la sua espansione, la cui prossima tappa sarà nel centro Milano. Sotto la Madonnina, nel quadrilatero della moda, nel 2023 apriranno sia il 5 stelle The Carlton, sia le Rocco Forte House, format di raffinati appartamenti dedicati a professionisti e famiglie interessati a soggiorni medio-lunghi, in un contesto di alta qualità.
Finalmente il turismo riparte: cosa dicono i vostri numeri?
Il mercato è ripartito già la scorsa estate con numeri ben sopra le aspettative. Prima della pandemia avevamo avuto due anni favolosi: nell’anno fiscale 2018 abbiamo fatturato 206 milioni di sterline e nell’anno fiscale 2019 siamo arrivati a 219 milioni, il miglior risultato di sempre per Rocco Forte Hotels. Numeri che adesso sono ancora lontani dopo lo stop del 2020, anche se da marzo arrivano buoni segnali, tanto che per i mesi estivi il nostro forecast è di un +25% rispetto al 2019. Il mercato americano in particolare è fortissimo perché la gente vuole viaggiare, dopo due anni di pandemia. Gli arrivi a stelle e strisce per noi oggi rappresentano una fetta tra il 30% e il 40% del business, mentre non ci preoccupa l’assenza dei russi, bacino che per noi rappresentava appena un 3 per cento.
Un vero rilancio dell’ospitalità in Italia su cosa dovrebbe puntare?
Innanzitutto su una strategia a lungo termine che possa portare a ottimizzare gli investimenti fatti dalle aziende private, che sempre di più si stanno affacciando nel turismo italiano. Mi pare che il Governo abbia capito l’importanza del comparto per l’economia e anche per il mercato del lavoro e guardo con fiducia al ruolo del ministero del Turismo, come attrattore e facilitatore di idee e opere. Certo restano alcuni problemi conclamati come quello delle infrastrutture: in diverse destinazioni, anche importanti, abbiamo aeroporti ‘da terzo mondo’, mentre bisogna investire molto di più, anche sull’alta velocità ferroviaria, che va potenziata soprattutto verso sud. In questo manca una strategia nazionale coerente per il turismo: basti pensare che oggi un paese come la Giamaica spende più dell’Italia per fare arrivare turisti dall’estero.
Ma lo Stivale resta la destinazione più bella al mondo oltre che quella con il più spiccato e amato spirito di accoglienza. Dobbiamo smettere di complicarci la vita da soli e aiutare i tanti investitori internazionali e le grandi catene alberghiere che guardano all’Italia con sempre più interesse, ma poi vengono sistematicamente frenati dalle lungaggini della burocrazia.
Vede un Italia ‘fondata’ solo sul turismo insomma?
Forse non è necessario che si viva solo di turismo, il Paese ha tante virtù, ma almeno nel sud si potrebbe davvero dare una spinta importante al settore perché farebbe bene alla crescita economica e sociale. Il successo è assicurato, basti guardare la nostra case history di Villa Igiea, a Palermo: uno storico e affascinante edificio Liberty che è diventato un grande esempio su come sia perfettamente possibile ristrutturare e sistemare una struttura storica facendola rendere. Basti pensare che oggi la revenue media per camera è di 750 euro rispetto ai 250 di prima. E sempre in Sicilia, al Verdura Resort abbiamo sviluppato un progetto importante con le Rocco Forte Private Villas: abbiamo creato lavoro e fatto rientrare anche risorse italiane che prima dovevano lavorare all’estero per far valere la loro grande professionalità. Un’altra cosa che manca in Italia sono le scuole di management del turismo e l’alto livello di formazione per tutte le professioni. È il lavoro più bello del mondo fare ospitalità, ma oltre ad imparare il ‘mestiere’ sul campo, è con la giusta ed elevata formazione che si fa la differenza nel servizio all’ospite, specie quello luxury. Il personale è fondamentale nella nostra filosofia di ospitalità perché dà l’atmosfera e il servizio che rendono un hotel unico e diverso da tutti gli altri.
Nel post pandemia che ruolo avrà l’ospitalità di lusso?
Le possibilità di crescita del lusso, in Italia in particolare, sono davvero enormi. Perché solo nel Belpaese sono presenti tante destinazioni diverse e tutte belle, ognuna a modo suo, e di conseguenza solo qui c’è la possibilità di realizzare tanti nuovi alberghi di lusso che oggi mancano nella città medie e piccole, come Siena o Verona. Il mio gruppo sta cercando di espandersi in Italia in questa direzione e infatti abbiamo avviato diversi studi di fattibilità, anche a Venezia. Oggi, la metà delle entrate di Rocco Forte Hotels arrivano dall’Italia e qui abbiamo un’organizzazione aziendale importante che ci permette di fare un grande lavoro sul revenue management. Solo in Italia ad esempio, i turisti stranieri sono disposti a pagare prezzi alti non solo negli alberghi a 5 stelle ma anche in hotel meno lussuosi purché posizionati strategicamente. Penso alla Costiera amalfitana, ma anche alla Puglia, dove abbiamo un progetto già ben avviato per realizzare una nuova struttura non lontano dalla nostra Torre Maizza. E vorrei portare presto le Rocco Forte House anche a Firenze. Quello dei luxury apartments è oggi il trend più amato dal mercato perché è una soluzione che permette di avere più privacy insieme a un servizio di lusso più prolungato nel tempo. Penso non solo agli americani ma anche al mondo arabo, a cinesi e indiani, mercati desiderosi di sperimentare il lusso europeo.