Dal 2021 le retribuzioni dei CEO dell’hôtellerie mondiale hanno ripreso a crescere dopo il ‘freezing’ imposto dal Covid nel primo anno di pandemia, durante il quale diversi amministratori delegati hanno decurtato i loro compensi. Va detto però che questi top manager hanno accettato, nel 2020, di tagliarsi gli emolumenti, di sospendere o in alcuni casi di rinunciare del tutto ai premi annuali, ma è altresì vero che una delle voci più corpose del loro ‘global annual revenue’ è costituito da pacchetti azionari, stock options e altri bonus legati alla crescita del valore aziendale che sono facilmente congelabili o monetizzabili solo dopo un certo numero di anni.
I timonieri dei primi gruppi alberghieri quotati alla Borsa di Wall Street sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento di Hotel News Now, con uno studio delle relazioni trimestrali e dei prospetti forniti dalla Securities and Exchange Commission americana, pubblicato lo scorso 11 luglio. Per fare alcuni esempi, Chris Nassetta, CEO di Hilton, ha guadagnato 1,3 milioni di dollari nel 2021 così come nel 2020, quando però, ad aprile, il manager aveva deciso di tagliarsi lo stipendio fino a fine anno a causa della pandemia. Taglio ampiamente compensato dal nuovo pacchetto di incentivi passato dai 20,1 milioni del 2020 ai 23,3 per il 2021. Nessuna variazione per James Risoleo CEO di Host Hotels & Resorts, che nel 2021 ha ricevuto lo stesso stipendio – un milione di dollari – dell’anno precedente ma con un piano di incentivi che si è incrementato di quasi il 14% passando da 10,1 milioni a 11,5 milioni.
Continuando nell’elenco dei casi più significativi, Keith Barr, CEO di Ihg Hotels & Resorts, ha guadagnato 1,04 milioni di dollari nel 2021, contro gli 864mila del 2020 ed un pacchetto incentivi di 3,8 milioni (1,77 nell’anno precedente). Il trend di crescita sembra essere confermato anche dall’ultimo report aziendale del 2022 con una previsione per il ‘base’ di 1,09 milioni. Pat Pacious, CEO di Choice Hotels International, nel 2021 ha percepito uno stipendio di 1,07 milioni con ‘compensation’ per 11,2 milioni (+1%). Nel 2020 avrebbe dovuto percepire 953.077 dollari, decurtati poi di un 20% dal mese di aprile per via del Covid, ma con un ricco bonus di fine anno per “Covid-Response performance award” di 1,5 milioni. Alison Brittain, CEO di Whitbread, ha incassato nel 2021 1,1 milioni di dollari, ma lei stessa ha approvato un incremento di stipendio a partire da maggio del 2022 che la porterà a guadagnare 1,13 milioni annuali.
La crescita di queste retribuzioni è strettamente legata al miglioramento delle performance aziendali corroborate dalla ripresa del turismo globale spinto, tra gli altri, dal fenomeno del ‘revenge tourism’, ovvero l’aumento della propensione a viaggiare come ‘rivalsa’ dopo il periodo di restrizioni e sacrifici. Inoltre, nonostante il riacutizzarsi dei contagi da Covid-19, il rialzo dei prezzi di materie prime e servizi dovuti ad inflazione galoppante, crisi economica e guerra in Ucraina, l‘industria dell’hotellerie mondiale continua a correre.
Per fare un confronto tra gli emolumenti dei ‘numeri uno’ dell’hospitality e quelli dei pari livello di altri settori industriali, il Wall Street Journal riporta, in una recente inchiesta, che nel 2021 la retribuzione media di un CEO negli Stati Uniti è salita per il sesto anno consecutivo, attestandosi alla cifra record di 14,7 milioni di dollari.