Il settore turistico ha guadagnato terreno quest’estate, raggiungendo numeri in crescita rispetto al 2021. Tuttavia, i rincari dei costi energetici minacciano le marginalità delle attività ricettive.
Nel trimestre estivo di giugno, luglio e agosto è stata registrata una crescita delle presenze pari al 15,5% sul 2021. Per la componente nazionale l’incremento è stato del 5,1%, mentre sono salite del 35,4% le presenze straniere. In termini assoluti i turisti registrati nelle strutture ricettive sono stati circa 49 milioni, per un totale di 198,8 milioni di pernottamenti, con un calo del 6,9% rispetto al 2019. Questi i dati emersi dall’indagine di Assoturismo Confesercenti, condotta su un campione di 1.694 imprenditori del settore.
La crescita dei turisti stranieri ha segnato un risultato rilevante, sebbene non abbia ancora raggiunto i livelli del 2019 (-20,2 per cento). Le imprese ricettive hanno ospitato prevalentemente turisti tedeschi, ma anche dalla Francia, dai Paesi Bassi, dalla Svizzera, dal Belgio, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Gli aumenti più significativi sono stati registrati soprattutto nelle regioni del Nord Ovest (+18,5%), del Nord Est (+16,8%) e del Centro (+16,2%). Per le regioni del Sud e le isole la crescita stimata è del +10,3 per cento. Nel complesso, tra stranieri e italiani le località marine e montane hanno segnato una crescita del +11% circa rispetto al 2021, +21,9% per le imprese delle località dei laghi, +20,5% per il turismo rurale e collinare, +18,1% per le aree termali. Il recupero più significativo, però, è stato quello delle città e dei centri d’arte che hanno visto una crescita del 31 per cento.
A conferma dei risultati positivi “l’estate è andata molto bene, infatti, il Pil è stato rivisto in aumento da 3.4% a 3.5% dall’Istat – ha dichiarato il ministro del turismo Massimo Garavaglia a 24 Mattino su Radio 24 -. Le componenti che hanno fatto crescere di più il Pil sono stati proprio il turismo e i servizi. Mancano ancora i dati del terzo trimestre, l’estate, ma è andata decisamente bene con tante realtà che hanno superato i numeri del 2019, che era stato l’anno record per il nostro turismo, quindi si è fatto l’anno record del record. Se teniamo conto che i primi quattro mesi dell’anno c’erano ancora delle chiusure, siamo andati molto bene”.
Ora le strutture ricettive guardano al prolungamento della stagione a settembre, la cui variazione attesa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si attesta su +2,7 milioni di pernottamenti, raggiungendo un totale di 44,3 milioni. A segnalare maggiore ottimismo le imprese delle città d’arte con un +15,9% di prenotazioni. Tuttavia, i rincari dei costi energetici mettono a rischio la marginalità delle aziende, gettando un’ombra sull’outlook dei prossimi mesi.
“Le bollette di luce e gas sono praticamente triplicate – commenta il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina – e questo ha ridotto di molto i margini per le imprese del turismo, dato che i pacchetti per la stagione estiva sono stati venduti prima degli aumenti. Il quasi ritorno del turismo ai livelli pre-pandemia è sicuramente una buona notizia ma senza interventi concreti a sostegno delle imprese, migliaia di strutture ricettive e attività del comparto non potranno più sostenere la spesa per l’energia e saranno costrette a chiudere”.