Il turismo è un driver per i consumi e quindi per lo sviluppo dell’industria manifatturiera e dei servizi, e lo è ancora di più nel settore del lusso. In questo ambito il turismo è diventato il terzo settore a livello di fatturato in Italia, preceduto solo da automative e moda/gioielleria, mentre i viaggi di lusso generano più volumi di altri comparti, come il design, la nautica e il food di alta gamma. È quanto ha affermato Stefania Lazzaroni, GM di Fondazione Altagamma, durante il Luxury Hospitality Conference a Milano, organizzato da Teamwork Hospitality.
Lazzaroni ha affermato che l’ospitalità pesa il 7,4% del Pil italiano ed è una leva strategica per l’economia italiana ed europea. “Il turismo lusso – ha aggiunto – vale 25 miliardi di euro nella Penisola su un totale di 100 miliardi di tutto il settore, ma il viaggiatore ‘affluent’ spende otto volte di più del traveller tradizionale. Per questo, c’è necessità di un riposizionamento verso l’alto del turismo italiano. Il Covid ha messo un faro su quanto sia rilevante il settore dell’accoglienza in Europa. Nel Vecchio Continente, l’hospitality di alta gamma vale 130 miliardi di euro su un giro d’affari totale del settore che è pari a 573 miliardi. Questo significa che il 2% dell’ospitalità ha un riverbero economico di oltre il 20 per cento”.
Tornando all’Italia, la manager ha ricordato che il 60% degli acquisiti di beni di lusso in Italia sono fatti da stranieri, in questa ottica quindi il turismo internazionale risulta strategico. “Il comparto dei personal luxury good – ha precisato – quest’anno ha superato il 2019, ma non è così per l’ospitalità. Mancano all’appello circa il 20% dei voli internazionali, i cinesi stanno affrontando ancora il lockdown e il settore risente anche della volatilità creata da inflazione, guerra russo-ucraina e caro-energia. Il lusso comunque è un comparto che riesce ad ammortizzare questi aumenti”.
La GM di Altagamma ha concluso dicendo che l’acquirente del lusso è cambiato, diventando più giovane e globale: “Un tempo il consumatore-tipo di prodotti luxury era il 50enne americano, oggi un acquisto su due è fatto da asiatici intorno ai 20 anni. Anche per questo, è cambiato il concetto stesso di lusso, che è meno ostentato e più inclusivo”.