Il sistema aeroportuale italiano vedrà un ritorno ai livelli pre-pandemia entro il 2023. È quanto emerso dall’incontro Adl Aviation Talks, tenutosi qualche settimana fa e riportato da diverse testate nazionali, che ha visto una discussione sul futuro degli aeroporti del Belpaese tra diversi enti nell’industria.
“Il sistema aeroportuale italiano – ha dichiarato Francesco Marsella, managing partner di Arthur D. Little – avrà la possibilità nel 2022 di raddoppiare il volume dello scorso anno apprestandosi a superare i 150 milioni di passeggeri, e promettendo un ritorno a livelli pre-pandemia entro il 2023. Tale scenario riporta all’attenzione generale il tema di capacity crunch, ovvero la crisi di capacità che spesso affrontano gli aeroporti, aggravato inoltre da una volatilità della domanda che ha messo quest’estate sotto pressione l’intero sistema europeo”.
Tuttavia, secondo il direttore generale di Enac Alessio Quaranta, l’Italia ha reagito meglio di altri Paesi grazie ad una rete aeroportuale solida e una corretta distribuzione delle risorse impiegate. “Determinanti anche i ristori erogati dal governo tramite l’Enac e la cassa integrazione per i lavoratori del settore che hanno contribuito a una ripresa più rapida rispetto ad altri Paesi”.
Ora il settore è in ripresa e alcuni cambiamenti della domanda e dell’offerta sembrano diventare strutturali “come – sottolinea Marsella – l’incremento dei collegamenti di medio raggio point-to-point (senza coincidenze, ndr) operati dalle low cost pari a +16 punti percentuali, una visibile diminuzione del traffico business compresa in una forbice tra il -10% e -30% ed un’ulteriore spinta alla digitalizzazione”. Alla frenata del traffico business risponde Armando Brunini, CEO di Sea Milan Airports e board member di Airports Council International, dichiarando che la diminuzione di questo è reale “anche se dobbiamo ancora capire le dimensioni a regime, ma a fronte di ciò vi è stata una compensazione dei passeggeri leisure che hanno generato un incremento dei ricavi non aviation, vista la loro maggiore propensione alla spesa”.
Nel dibattito si è discusso anche di un incremento di capacità, digitalizzazione, efficienza operativa e riduzione dell’impatto ambientale. Una trasformazione per gli aeroporti italiani che può avvenire più rapidamente se “accompagnata da opportuni sostegni”, aggiunge Marsella. “Il contesto che abbiamo vissuto fino ad oggi si è inserito in un quadro deteriorato dalla crisi pandemica, che ha portato un incremento del 52% dell’indebitamento globale dell’intero ecosistema, in soli due anni. Risulta dunque evidente che tale trasformazione potrà avvenire in tempi più rapidi se accompagnata da opportuni sostegni”.