C’era da aspettarselo, perché i costi quintuplicati delle bollette energetiche di agosto non hanno lasciato scampo a molti albergatori, i cui margini non sono stati recuperati neanche dopo un estate ‘da tutto esaurito’ e neanche con l’incremento delle tariffe. Molti imprenditori stanno aspettando le misure del governo che verrà varato, “perché chiudere e riaprire in alcuni casi costa ancora più che rimanere aperti – commenta a Pambianco Hotellerie Giancarlo De Venuto, presidente di Assohotel Confesercenti Lecce. E aggiunge: “E’ questione di settimane, si prova a rimanere aperti, altrimenti sarà un disastro”.
Chi ha già deciso di serrare le porte (per ora temporaneamente) è la catena Caroli Hotels, che conta cinque strutture tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca in Puglia. Il gruppo capitanato da Attilio Caputo chiuderà le strutture il prossimo 10 novembre, lasciando a casa centinaia di lavoratori (300 a massimo regime), predisponendo la cassa integrazione per oltre 100 lavoratori. “Consegniamo simbolicamente le chiavi dei nostri alberghi alla prefettura – dicono dal gruppo salentino – e ci aspettiamo che il Governo prenda misure idonee per combattere il caro energia, come ha fatto la Germania che ha stanziato 200 miliardi di dollari. Con bollette da 500mila euro ad agosto, contro le 100mila di un tempo – concludono – non possiamo più andare avanti.
Altri imprenditori hanno programmato la chiusura, sempre temporanea, dell’hotel in inverno, mettendo in ferie i dipendenti, perché l’aumento delle bollette rende non sostenibile l’apertura in bassa stagione. “Dall’8 gennaio al 10 febbraio chiuderò – racconta a Corriere.it Beppino Olivieri, che gestisce Albergo Aurora a Verona – perché ho già calcolato che i costi energetici non mi permetterebbero di andare in pareggio”. Il giornale riporta che un’altra struttura da una ventina di stanze, l’Hotel Fontana in via Mameli, di cui Maurizio Rosso è titolare dal 2001, ha già stabilito di fermarsi con l’inizio dell’anno: “si consideri che gli utili di luglio, agosto e settembre se ne sono andati nel pagamento delle bollette”.
A Ravenna, un hotel storico come il Diana, in centro città, potrebbe per la prima volta chiudere per qualche mese, come ha annunciato nei giorni scorsi il titolare Filippo Donati, secondo quanto riportano alcuni organi di stampa. Ma l’elenco degli alberghi che stanno progettando la chiusura è lungo, e lo potrebbe diventare ancora di più nelle prossime settimane.