il Segmento delle apparecchiature per ristorazione e ospitalità è un mondo poco noto ma che genera interessanti numeri. I ranking pambianco mostrano che queste aziende hanno ripreso a crescere nel 2021, pur essendo indietro sul 2019.
Ospitalità e ristorazione sono due settori da sempre molto connessi e infatti durante la prima fase della pandemia hanno risentito pesantemente e in ugual misura delle chiusure imposte per la salvaguardia della salute pubblica. Le perdite sono state consistenti non solo per quello che riguarda le strutture ricettive e i ristoranti ma, a pioggia, anche per tutta la filiera, che comprende, ad esempio, aziende che sono da anni un fiore all’occhiello dell’industria italiana, quelle che operano nel settore delle apparecchiature professionali per la ristorazione e ospitalità, tra cottura, lavaggio e refrigerazione. I ranking per fatturato ed ebitda 2021 realizzati da Pambianco mostrano quanto l’impatto della pandemia e della crisi energetica (iniziata già l’anno scorso) abbiano influito su queste realtà. Considerando le prime 5 aziende italiane (non essendo disponibile, al momento in cui il magazine è andato in stampa, il bilancio 2021 di Unox e Marrone) per ricavi 2021, il totale dei fatturati del 2019 – pari a 897 milioni di euro – aveva l’anno successivo subito una contrazione di poco meno del 21,4% scendendo a 705 milioni di euro. Un trend che però si è ripreso nel 2021: considerando per l’anno scorso il totale dei ricavi dei 5 brand, si è registrata un crescita dell’11,3 per cento. Si è passati infatti dal totale di 704 milioni di euro del 2020 a 784 milioni di euro del 2021. Allargando lo sguardo all’intero comparto, questa tendenza pare confermata nei primi numeri in arrivo dall’anno 2022: secondo gli indici del primo trimestre dell’anno in corso infatti si stima per i fatturati del settore degli elettrodomestici professionali una crescita del 10%, sul mercato interno ed europeo. A dirlo sono i dati di Efcem Italia, associazione di Confindustria che, stando all’interno di Applia Italia – ente che mette insieme le imprese che operano in Italia del settore degli apparecchi domestici e attrezzature professionali -,
riunisce le aziende del settore professionale per ristorazione e ospitalità. Ancora secondo i numeri di Efcem, rilasciati a fine maggio, il primo trimestre del 2022 ha visto un +16% per quanto riguarda il numero di ordini portati a casa dalle aziende per il primo trimestre rispetto al 2019. E questo nonostante già nel corso del 2021 si fosse registrato un rialzo dei prezzi delle principali materie prime utilizzate dal settore rispetto al 2020. In particolare, dice Efcem, ancora prima dello scoppio della guerra in Ucraina era avvenuto un rialzo del costo dell’acciaio inox di circa l’8% e dei componenti elettronici e commodity settoriali tra un +10 e un +20 per cento.
INCOGNITA CONSUMI
“Fino a metà di quest’anno – spiega Cesare Lovisatti, senior consultant Efcm Italia – c’era davvero un’ottima crescita per il comparto, nonostante le complicazioni dovute alla situazione internazionale. E la previsione finale è comunque di crescita dei fatturati rispetto a un 2021 già in positivo. Resta infatti stabile come l’Italia sia uno dei principali player a livello mondiale degli apparecchi professionali, insieme a Cina, Stati Uniti e Germania. Ma se la produzione cinese e americana è rivolta per lo più al mercato interno, Germania e Italia hanno anche importanti dati di export: per alcune linee di prodotto professionale le aziende italiane ad esempio esportano più del 70% di quello che producono. Oggi nella Penisola comunque abbiamo un parco di attrezzature installate in alberghi e ristoranti che arriva a circa 7 milioni di pezzi. Nella maggior parte dei casi non si tratta di macchine di ultima generazione e quindi il possibile rinnovo fa prevedere per il futuro una buona ripercussione sul mercato”. In negativo però, spiega l’esperto, si affaccia la questione dei consumi energetici, anche se da anni tutte le aziende stanno lavorando sulla riduzione dei consumi. “Pure in condizioni ‘normali’ infatti si parla di apparecchiature molto energivore: però la tecnologia sviluppata dai produttori italiani ha fatto si che in 10 anni le cucine professionali sono arrivate a consumare il 30% in meno di energia”. Resta il fatto che, a causa del tipo di prestazioni che devono garantire – rapidità nella cottura di grandi quantità di cibo ad esempio -, le centinaia di migliaia di cucine professionali mangiano tanta energia quanto i milioni di cucine normali da casa. “Il futuro è da questo punto di vista ancora un salto nel buio – conclude Lovisatti -: le stime parlano, rispetto alle bollette del 2020, di un raddoppio dei costi per l’elettricità e di una crescita dei prezzi di quattro volte per il gas. Costi rilevanti che porteranno il settore a una più ampia riflessione, non solo sull’impatto che ciò potrà avere sui ricavi ma anche sul tema della progettazione delle apparecchiature del futuro. Fattore quest’ultimo che si interseca anche a quello altrettanto ampio della sostenibilità ambientale che a sua volta però dovrà prevedere un intervento più cospicuo da parte del legislatore. Ad oggi infatti in tema di inquinamento in Italia si va tutti in ordine sparso”.