Il gruppo Hnh, di cui è CEO Luca Boccato, incontrando fondi di investimento con cui condividere un nuovo percorso di crescita. Si presenta con 16 hotel, un team di 670 persone e una proiezione di fatturato 2022 a 72 milioni di euro.
Obiettivo crescita per Hnh Hospitality. Il gruppo veneto controllato dalla famiglia Boccato si avvia a chiudere un ottimo 2022, con 72 milioni di euro di fatturato, e, forte di 16 hotel (con nuovi progetti in vista) cerca un nuovo investitore che subentri al fondo di private equity entrato nel 2017 (quando il fatturato era a 29 milioni). La crescita non si è fermata con il Covid e al momento – conferma il CEO Luca Boccato – regge anche alla crisi inflattiva mondiale.
Boccato, come sta il gruppo?
Molto bene. Indubbiamente abbiamo vissuto una fase delicata con il Covid e siamo stati solo parzialmente sorpresi dalla ripartenza. In realtà già dai primi mesi dell’anno abbiamo iniziato a sensibilizzare i nostri manager e direttori rispetto alla necessità di rafforzare i vari reparti con il personale a disposizione, consolidandoli. Si iniziava a capire che il tema risorse umane sarebbe diventato cruciale.
Come l’avete affrontato?
Siamo entrati nel tunnel del Covid, a marzo 2020, con una squadra di 290 persone e oggi siamo complessivamente 670. È una crescita importante e strutturale, che prescinde dai picchi stagionali. Una crescita sana, soprattutto per linee interne. Molti dei nostri direttori sono entrati nel team 10 anni fa come addetti al ricevimento, il nostro responsabile marketing e revenue sales era uno stagista 14 anni fa. Questa cultura delle relazioni porta un set di valori che nel tempo diventa un antidoto alla fuga di risorse. E anche le ricerche per coprire alcune posizioni hanno portato all’inserimento di nuove persone.
In prospettiva sarà più difficile trovare nuove risorse per l’hotellerie?
Credo sia uno degli effetti derivati dalla pandemia, che ha cambiato il mindset di alcuni candidati a lavorare in questo settore. I contratti da tre mesi, pur ben pagati ma con un monte ore eccessivo, oggi non attraggono. Dobbiamo iniziare a ragionare in modo diverso, equilibrando tempi di vita e lavoro, e uscire dagli schemi spostando i contratti a 5 giorni su 7, trovando incentivi sui festivi o sullo straordinario. Le aziende avranno sempre momenti di emergenza in cui devono poter rispondere puntando sulla disponibilità delle persone, ma per questo è cruciale costruire un rapporto stretto.
Se il Covid sembra superato, ora le criticità emergono sul fronte rincari.
I fenomeni inflattivi che vediamo stanno creando uno scenario nuovo di opportunità. Se sono dannosi e delicati per molti settori, nel nostro lo sono meno perché riusciamo a scaricarne l’impatto sui prezzi al pubblico e dunque riusciamo ad essere particolarmente efficienti. Certo, va capita l’evoluzione e la stabilizzazione di questo fenomeno, perché se oggi godiamo ancora degli effetti di un ‘revenge tourism’ dopo la pandemia, è rischioso un possibile rallentamento del ciclo economico.
Quali evoluzioni in vista per Hnh?
Questo è un momento particolare per noi. Nel 2017 è entrato nel capitale il fondo di private equity Siparex e ora siamo arrivati ai canonici 5 anni. I mesi estivi del 2022 ci hanno visti impegnati nella ricerca di un fondo che possa esser interessato a subentrare, acquisendo le quote di minoranza oggi di proprietà dei nostri soci. L’advisor incaricato ha individuato un numero significativo di investitori interessati. Mi ha molto colpito l’interesse per il settore. In effetti, malgrado due anni di Covid, il fondo uscirà con ampie soddisfazioni. Ora è un momento chiave. E anche se la mia famiglia manterrà le quote di maggioranza, il nuovo partner dovrà condividere il nostro progetto.
La crescita dovrebbe esser un buon biglietto da visita…
Siamo passati da 9 a 16 alberghi, siamo arrivati a Roma e a Milano, abbiamo consolidato economie di scala e siamo passati da poco meno di 29 milioni di euro di fatturato ai 72 milioni che prevediamo di raggiungere quest’anno, nonostante un’occupazione al 64% ancora viziata da effetti legati al Covid. Abbiamo completato un percorso importante nel nostro progetto e oggi si apre una fase nuova. Di sicuro continueremo a crescere investendo su nuovi progetti.
Avete obiettivi specifici?
Non abbiamo preclusioni né preconcetti. Ragioniamo progetto per progetto e alle volte raddoppiare su una piazza può migliorare l’efficienza. Stiamo valutando ipotesi su Milano, ma anche a Torino. Prevediamo anche uno sviluppo del brand focalizzato sul mare: stiamo negoziando nuovi ingressi e speriamo che il terzo Almar possa esser in Sardegn